Bruxelles – A Bruxelles non credono in una rielezione di Nicolas Sarkozy alla presidenza francese, e da tempo sono stati sviluppati rapporti con gli uomini di François Hollande. Lo ha confermato oggi una autorevole fonte a Bruxelles: “Oramai si ragiona e si sviluppano contatti nell’ottica che l’inquilino dell’Eliseo cambi”.
Oramai mancano poco più di 48 ore all’esito del voto, e la struttura dell’Unione europea non si farà trovare impreparata se davvero, come tutti i sondaggi indicano, il presidente in carica passerà la mano. D’altra parte a Bruxelles c’è una grande abitudine a questi cambi democratici, le elezioni ci sono in continuazione, ma fa sempre il suo effetto vedere come non si faccia una piega, almeno ufficialmente, di fronte a chiunque le vinca. Un cambio a Parigi non è però come un cambio in un paese piccolo. L’equilibrio dei ventisette passa attraverso Parigi e Berlino più che ogni altra cancelleria, e quindi in questo caso l’attenzione e le misure preventive per poter partire da subito a lavorare con “i nuovi” sono state messe in campo presto. Non ci sono grandi preoccupazioni, sebbene il programma di Hollande sia molto diverso da quello di Sarkozy. “Le cose che chiede non sono dirompenti – dice una fonte -. Si può lavorare su tutto e anche sul Fiscal compact non sembra che chieda una vera rinegoziazione, ma delle cose da aggiungere”. E su questo più fonti confermano che a Berlino, già da alcune settimane, benché Angela Merkel si sia schierata a sostegno di Sarkozy, si sta lavorando ad un protocollo aggiuntivo che contenga i temi della crescita chiesti dal candidato francese.
Dove si spera che ci sia un cambiamento è nella politica delle frontiere e di Schengen, “speriamo proprio che cambi qualcosa”, dicono nella capitale belga, mentre su eventuali cambiamenti, in positivo, nell’atteggiamento di Parigi nei confronti della Turchia c’è molta prudenza, “vedremo”.
Il problema vero, quello che angoscia, non è la Francia, ma la Spagna. “Facciamo tutti finta di credere che ce la faranno a rispettare gli obiettivi di bilancio, mentre invece, in realtà, ci sono molti dubbi”, spiega una fonte qualificata. “Madrid ha delle difficoltà evidenti a tenere il passo”, aggiunge la fonte.
In chi non si è allineato dietro a Berlino l’elezione francese apre comunque molte speranze. “Dopo la lunga fase del ‘pensiero unico tedesco’ – dice un protagonista dell’Ue – ora potrebbe aprirsi una fase di maggiore dialettica, con sensibilità diverse”. Auguri a Hollande.
L.R. ©Eunews.it