Presentato ‘Cars 2020’, progetto senza cifre per il rilancio del settore
Hodac (Acea): “Ci sono buoni principi, ora bisogna tradurli in pratica”
La Commissione europea vara il nuovo piano auto. Pensato per dare man forte a un settore in difficoltà, Cars 2020 viene accolto dall’industria europea (l’Acea) con cauto ottimismo. Si riconoscono l’impegno e la validità dell’impianto di principio, ma si chiede una rapida messa in pratica delle tante parole (nel piano infatti non ci sono cifre). “Ci sono buoni principi, e adesso è urgente che siano tradotti in azioni reali”, il commento di Ivan Hodac, segretario generale dell’Associazione dei costruttori europei di automobili. Un’approvazione con riserva, in sostanza, per il piano di Antonio Tajani.
Il commissario europeo per l’Industria paga il fatto che soldi freschi da destinare all’auto non si sa dove reperirli e, soprattutto, quanti. Buona parte del piano auto prevede il ricorso a fondi Bei, grazie alla capacità di attrazione di capitale che la ricapitalizzazione da 10 miliardi garantirà alla Banca europea per gli investimenti. Ma non si sa quanto si potrà avere da questo canale. “Negli ultimi quattro anni abbiamo ottenuto 14 miliardi, e contiamo di ottenerne altrettanti”, le stime prudenziali di Tajani, il quale non sa se la sua richiesta di budget Ue sarà accolta. All’interno del programma quadro di ricerca, Horizon 2020, si colloca il capitolo di spesa relativo ai veicoli verdi. A parte il fatto che l’Acea sull’auto ecologica punta meno di quanto non faccia l’esecutivo comunitario, l’innalzamento di questo capito di budget Ue da uno a due miliardi per il periodo 2014-2020 è messo in discussione dalla politica di tagli operata dalla presidenza cipriota e dalle richieste di contenimento della spesa comunitaria di paesi quali Germania e, soprattutto, Gran Bretagna. “Ancora non abbiamo un quadro pluriennale, e quindi è difficile fornire delle cifre”, ammette lo stesso Tajani.
Quattro i pilastri di Cars 2020: investimenti in tecnologie avanzate e innovazione, miglioramento delle condizioni di mercato, rilancio della competitività europea sul mercato globale e investimenti nel capitale umano. Per gli investimenti nel capitale umano si guarda al Fondo sociale europeo (Fse): ancora non è chiaro quanto si potrà avere (forse 10-12 miliardi, da confermare), ma l’idea è dunque di attingere ai fondi europei. “Siamo pronti a usare fondi comunitari per aiutare l’auto”, dice Tajani. “L’auto – spiega – non è solo Fiat, Ford, Audi. Non è solo le grande imprese ma soprattutto le tante piccole e medie imprese a queste collegate. Ecco perché è nostra intenzione non abbandonare il settore”. Oltre all’aiuto economico Cars 2020 intende rispondere alle richieste di politica commerciale sollevate dall’Acea. Il presidente dell’organizzazione, Sergio Marchionne, ha recentemente chiesto lo stop agli accordi commerciali con paesi terzi finché la situazione europea non superi il momento di difficoltà: Tajani risponde con la ‘clausola’ che impone la valutazione dell’impatto sul settore auto europeo dell’accordo che si intende firmare prima della stipula. “Gli accordi andranno finalizzati solo se sarà rispettoso degli interessi interni”. Questo il programma, “approvato” in linea di principio dall’Acea. “Sebbene le esperienze passate ci hanno insegnato che non sempre” alle parole corrispondono i fatti, “crediamo che questa volta Cars 2020 possa fare la differenza”.
Se Acea bacchetta Greenpeace critica. “Tajani sta aiutando il settore auto dando un sostegno economico incondizionato alla sue capacità irrispettose della riduzione dell’impatto climatico”, il commento di Franziska Achterberg, direttore di Greenpeace per le politiche dei Trasporti. L’associazione ambientalista ha già scritto a Tajani per chiedere severi eco-standard che le industrie dell’auto devono rispettare in cambio degli aiuti: Cars 2020, tra le altre cose, intende rimuovere tutte quelle restrizioni onerose che frenano l’attività di industria.
Renato Giannetti