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Home » Economia » Monti: Veto sul bilancio dell’Unione se non sosterrà crescita

Monti: Veto sul bilancio dell’Unione se non sosterrà crescita

Per il premier sarebbe incoerente parlare di ripresa e poi non utilizzare tutti gli strumenti per favorirla. Ieri sera un bagno di folla (a pagamento) a Bruxelles con Verhofstadt, Cohn-Bendit e Goulard

Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
31 Gennaio 2013
in Economia

Per il premier sarebbe incoerente parlare di ripresa e poi non utilizzare tutti gli strumenti per favorirla
Ieri sera un bagno di folla (a pagamento) a Bruxelles con Verhofstadt, Cohn-Bendit e Goulard

L’Italia potrebbe dire “no” ad un progetto di bilancio europeo che non sia abbastanza ambizioso sulla crescita. Mario Monti ha scatenato l’applauso tra le 2.100 persone presenti nella sala Henry Le Bœuf a Bruxelles per assistere alla sua passerella brussellese dove ieri sera ha presentato, per l’ennesima volta, il libro scritto con la deputata europea francese Sylvie Goulard su “La democrazia in Europa”. Ad aprire l’incontro un brillante Guy Verhofstadt, per nove anni premier belga, uno dei politici più amati del regno, poi c’era il verde Daniel Cohn-Bendit e una giornalista famosa. Una messa inscena creata attorno ad un politico italiano che a Bruxelles è ancora visto come uno di quelli che possono aiutare l’Europa ad uscire dal tunnel, un po’ come un “miracolo italiano”. Certamente è visto come un “anti Berlusconi”, come ha sottolineato (volontariamente o meno) il vice presidente della Commissione Olli Rehn davanti al Parlamento martedì scorso.

 Al Consiglio europeo del sette e otto febbraio “cercheremo un accordo – ha detto Monti – non ci sarebbe nessuna coerenza tra discorsi sulla crescita e un budget che non sia sulla stessa linea. Nessuna manica larga, ma su certe spese si fanno economie di scala, altre sono assolutamente necessarie per sviluppare il mercato interno… poi certo bisogna prendere in conto le condizioni di ogni stato membro, ma non sono sicuro che sarebbe irresponsabile non dichiararsi d’accordo su un progetto di bilancio 2014-2020 che non sia all’altezza delle aspettative”. Il presidente del Consiglio è venuto a Bruxelles anche con questo cappello, non solo con quello del candidato. Ieri dunque ha incontrato il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso ed oggi ha visto quello del Consiglio Herman van Rompuy per spiegare questa posizione italiana sul fondamentale tema del bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni. C’è un turbine di incontri in Europa in questi giorni: Monti oggi vede anche Angela Merkel e domenica il presidente francese François Hollande, mentre la cancelliera tedesca vedrà il presidente del Governo spagnolo Mariano Rajoy prima di andare, mercoledì prossimo, da Hollande, per rifinire gli ultimi dettagli prima del summit straordinario convocato per il sette e otto febbraio.

 Forse ha esagerato Renato Brunetta, che ieri si è domandato se “il professor Monti stia usando l’Europa in maniera impropria, per legittimarsi in campagna elettorale? Se cosi’ fosse sarebbe molto grave, e suscettibile di essere stigmatizzato dal presidente della Repubblica”. Gli incontri con i vertici istituzionali e politici europei sono una routine animata dai capi di governo più importanti prima dei Consigli e la serata, la vera passerella, è stata a pagamento (sei euro, quattro i ridotti) e dunque c’è andato chi voleva ascoltare gli oratori.

 Con Barroso si è discusso del bilancio pluriennale della Ue e la preparazione del prossimo vertice europeo straordinario che avrà solo questo punto all’ordine del giorno. Benché il 94% circa del migliaio di miliardi di cui si parla poi torni agli Stati, su questo tema si gioca la partita tra europeisti e euroscettici. Ci sono questioni di principio. Sarà un incontro difficile, tanto che van Rompuy ha anche fatto anticipare l’inizio, e si dovrà trovare quell’accordo su cui è fallito (principalmente per l’opposizione di Gran Bretagna, Germania, Olanda e Svezia che tentano di tagliare al massimo le spese) il summit del novembre scorso. L’Italia sta cercando di difendere la sua posizione, che non è per un taglio dei contributi ma vorrebbe vederli meglio spesi, in maniera piùprofittevole. Questo è il desiderio ma anche la difficoltà, visto che in molte regioni si riescono a spendere non più del 30% dei contributi europei. Le prime proposte vedevano per noi un taglio sui dieci miliardi, poi ridotto a sei circa e qui Monti sta lavorando per limare ancora qualcosa. 

 Lorenzo Robustelli (per i Quotidiani locali del Gruppo Espresso Network)

Tags: bilncio uemffmonti

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