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Home » Economia » L’Ue: in Italia 2 milioni di poveri in più in tre anni

L’Ue: in Italia 2 milioni di poveri in più in tre anni

Secondo i dati della Commissione europea il numero cresce pressoché ovunque. Il commissario per l'Occupazione Andor: “Servono politiche sociali più incisive”

Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
20 Febbraio 2013
in Economia

Secondo i dati della Commissione europea il numero cresce pressoché ovunque
Il commissario per l’Occupazione Andor: “Servono politiche sociali più incisive”

Laszlo Andor
Laszlo Andor

In Italia la povertà aumenta, nonostante si investa anche di più della media comunitaria in politiche sociali, ma queste non producono risultati, e nel Paese la situazione si aggrava. È il quadro tracciato dalla Commissione europea in occasione della presentazione del ‘pacchetto Investimenti sociali’, lo strumento per la definizione di politiche di assistenza e tutela più incisive. Un pacchetto reso necessario per soddisfare gli obiettivi europei di crescita intelligente e sostenibile del 2020, un programma che si pone come obiettivi quello di ridurre a 20 milioni il numero di persone a rischio povertà e quello di portare al 75% il tasso di occupazione per la popolazione di età comprese tra i 20 e i 64 anni. Obiettivi da cui l’Italia si allontana sempre più: anziché aver ridotto la povertà, in tre anni nel nostro Paese si sono aggiunti due milioni di poveri. Dal 2008 al 2011 i cittadini a rischio esclusione sociale sono passati da 15,1 milioni a 17,1 milioni, mentre il tasso di occupazione è calato dal 63% al 61,2%. Ciò nonostante Roma destini il 29,9% del Pil a politiche sociali, lo 0,5% in più della media europea.

“Queste analisi dimostrano che la spesa sociale, quando è lungimirante, si rivela proficua”, sottolinea il commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali, Laszlo Andor. Una frase che sancisce la bocciatura delle autorità italiane, non in grado di arginare la crisi sociale e anzi, responsabili di averla acuita come in tutta Europa. L’Italia non è sola: il numero delle persone a rischio è cresciuto anche in Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna e Svezia. In diciannove Stati su ventisette la situazione è peggiorata, e anche nei Paesi dove si è affievolito il livello di cittadini a rischio povertà, l’indicatore occupazionale comunque ha registrato flessioni.

Con il nuovo pacchetto si chiede agli Stati membri “un nuovo approccio” per le politiche sociali e “un nuovo utilizzo” degli strumenti comunitari. In sostanza si invita a un utilizzo migliore delle risorse, in particolare quelle del Fondo sociale europeo, e a politiche più incisive. In particolare la strategia della Commissione Ue intende rispondere a tre obiettivi: garantire che i sistemi di protezione sociale soddisfino i bisogni delle persone nei momenti critici della loro vita; semplificare le politiche sociali e concentrarsi sugli effettivi destinatari, così da fornire sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili; e infine perfezionare le strategie di inclusione attive negli Stati membri.

“Gli investimenti sociali sono fondamentali per emergere dalla crisi più forti, più coesi e più competitivi”, ha sottolineato Andor, per il quale “nel rispetto degli attuali vincoli di bilancio è opportuno che gli Stati membri rivolgano la loro attenzione al capitale umano e alla coesione sociale”. Tale azione “è di importanza decisiva per compiere reali progressi verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020”.

Renato Giannetti

Tags: Andorbruxellesdisoccupazioneitaliapovertà

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