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Home » Non categorizzato » Primo sì del Parlamento europeo all’etichetta “Made In” obbligatoria

Primo sì del Parlamento europeo all’etichetta “Made In” obbligatoria

La Commissione Mercato interno approva il pacchetto per sicurezza dei prodotti che include l’obbligo dell’indicazione di origine. Tajani: “Voto importante per un mercato più trasparente”

Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
17 Ottobre 2013
in Non categorizzato

La Commissione Mercato interno approva il pacchetto per sicurezza dei prodotti che include l’obbligo dell’indicazione di origine. Tajani: “Voto importante per un mercato più trasparente”

made in Italy

Primo sì del Parlamento europeo al “Made In”, l’indicazione di origine obbligatoria sui prodotti. La Commissione mercato interno ha approvato oggi a larga maggioranza (27 voti a favore, 7 contrari e 5 astenuti) il pacchetto Tajani-Borg per la sicurezza dei prodotti, che include l’obbligo dell’indicazione di origine. Per i sostenitori del Made In, tra cui l’Italia è in prima linea, si tratta però solo di una prima vittoria: a questo punto dovrà votare il Parlamento in seduta plenaria per poi cominciare i negoziati con il Consiglio.

Il voto positivo è arrivato nonostante le resistenze della Germania e dei Paesi del Nord, tradizionalmente contrari alla legislazione sul “Made In”. Soddisfatta l’eurodeputata danese Christel Schaldemose, relatrice della proposta che non modificava il testo presentato dalla Commissione Ue sulla parte relativa all’indicazione d’origine. “Ringrazio per il buon lavoro di squadra fatto finora”, ha commentato soddisfatta, sottolineando l’importanza della “ampia maggioranza” ricevuta “per iniziare il negoziato” con il Consiglio e la Commissione e arrivare all’ok definitivo delle norme a tutela della sicurezza dei prodotti.

“Il consumatore, sempre più attento e consapevole su ciò che acquista, deve essere facilitato e informato sulle proprie scelte”, hanno commentato gli eurodeputati Niccolò Rinaldi (Alde) e Cristiana Muscardini (Ecr) dopo il voto. Per i due parlamentari si tratta anche di una misura che “premia le aziende europee, tutte le piccole e medie imprese che hanno deciso di non delocalizzare e che vogliono far riconoscere che la loro lavorazione Made in Europa, Made in Italy ecc è un marchio di qualità, sicurezza e distinzione”.

“Dopo dieci anni di lotta a livello europeo, iniziamo a raggiungere i risultati sperati” è soddisfatto anche Raffaele Baldassarre, relatore per il Gruppo del rapporto sulla sicurezza dei prodotti per il Ppe: si tratta, dice, di “una grande conquista per i consumatori che potranno sapere dove sono stati prodotti i beni che acquistano e finalmente un vantaggio e un aiuto per le imprese, soprattutto italiane, che aspettavano questo risultato da anni”. Anche per il gruppo dei socialisti (S&D) si tratta di una “grande vittoria per i consumatori” che ora avranno una “rete di sicurezza più resistente” di fronte ai prodotti che acquisteranno.

“Gli italiani, di tutti i gruppi politici sono stati compatti nel portare avanti questa battaglia, che da tempo il Parlamento europeo sta conducendo. Si tratta di un passo fondamentale che tutela i consumatori europei e la loro possibilità di fare scelte informate e consapevoli” commenta Sergio Cofferati (S&D). “Grande merito va dato alla relatrice, l’onorevole Schaldemose, danese del gruppo S&D, che ha fatto propria la richiesta di tutelare la competitività dell’industria europea e del valore dei prodotti, sfidando anche la posizione ufficiale del suo governo” aggiunge Patrizia Toia.

Soddisfatto naturalmente anche lo stesso commissario per l’industria Antonio Tajani: “Il voto di oggi è una tappa importante sulla via di un mercato interno europeo più trasparente e sicuro che promuova la competitività delle imprese” ha commentato. “Alla vigilia delle elezioni europee” ha aggiunto “questo voto rappresenta un messaggio concreto di vicinanza delle istituzioni Ue ai cittadini”. Per il commissario sarebbe difficile “spiegare ai nostri cittadini che l’Europa è meno trasparente di altri paesi, quali Stati Uniti e Giappone o, la stessa Cina, riguardo alla tracciabilità dei prodotti”. L’etichettatura obbligatoria, è infatti richiesta per chi esporta negli Stati Uniti o in Cina.

Letizia Pascale

Tags: Baldassarreetichettaturamade inmuscardinirinalditajani

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