Approvato il regolamento dal Consiglio, avrà 14,7 miliardi in sette anni per tutti gli under 30. Riunisce in se tutti i programmi di formazione dell’Ue
L’Unione europea si dota di “Erasmus+”, il nuovo programma per l’istruzione e la formazione dei giovani dei prossimi sette anni (2014-2020). I paesi membri riuniti nel consiglio Competitività hanno adottato il regolamento che istituisce il programma, in vigore dall’1 gennaio. “Erasmus+” racchiude quelli che fino a oggi erano tanti programmi di formazione separati (Comenius, Erasmus, Erasmus Mundus, Leonardo da Vinci, Grundtvig, Lifelong Learning Programme, Youth in action) e, per la prima volta, includerà anche lo sport. Avrà una dotazione complessiva di 14,7 miliardi di euro, a cui potranno aggiungersi risorse extra da strumenti esterni quali il Fondo europeo per lo sviluppo e lo Strumento di vicinato europeo. “Erasmus+” sosterrà, tra le altre cose, anche i nuovi partenariati tra istituti d’insegnamento e imprese. Il nuovo programma dell’Ue finanzierà borse di studio per studenti, insegnanti, formatori e apprendisti per studiare in un paese estero dell’Ue, e aiuterà i giovani di età compresa tra 13 e i 30 anni a studiare all’estero e offrirà agli studenti di master che intendono studiare in un altro paese dell’Ue un meccanismo di garanzia di prestito per ottenere prestiti agevolati, che vanno da 12.000 euro (per un master di un anno ) a 18.000 euro (due anni).
La firma definitiva al regolamento che istituisce “Erasmus+” verrà apposta l’11 dicembre, in occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo, ma è solo un ultimo atto formale di un processo giunto a conclusione, come sottolineato dal commissario europeo per l’Istruzione, la Cultura e la gioventù, Androulla Vassiliou. “Sono contenta che Erasmus+ sia stato formalmente adottato dal Consiglio”. Il nuovo programma dell’Ue, sottolinea, “aumenta del 40% gli impegni dell’Ue in risorse per educazione e formazione”, e fin dall’inizio del 2014 “permetterà ai giovani di accrescere le proprie conoscenze e le proprie capacità con esperienze all’estero”. In un’Europa flagellata dalla disoccupazione giovanile, “Erasmus+” per Vassiliou può rappresentare una risposta al problema, visto che il programma “promuoverà anche partnership per favorire la transizione dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro”.
Renato Giannetti