Questa mattina, accade spesso, ho preparato la colazione mentre la mia fidanzata era in bagno che si lavava.
Poi quando è uscita ci siamo seduti, abbiamo fatto colazione.
Dopo sono andato in bagno io, che erano due giorni che non andavo in bagno che non sono stato bene e avevo la febbre, non accade quasi mai.
Allora per sicurezza sono entrato in bagno con l’iPad, cosa vietatissima e che infatti non accade quasi mai neppure questa.
Che le nostre porte hanno le stesse proprietà isolanti di una foglia secca, allora mi sono portato dietro l’iPad, ho messo quel capolavoro di canzone che è Morph The Cat di Donald Fagen, e ho fatto quello che dovevo fare.
Morph The Cat è la prima canzone dell’omonimo album del 2006 di Donald Fagen, fondatore degli Steely Dan, mitica band americana degli anni ’70 che può sembrare fusion ma non lo è, altrimenti non ne parlerei, in quanto peggior genere musicale esistente assieme al latino americano moderno con la cassa da discoteca.
In realtà in Morph The Cat di Donald Fagen c’è molto degli Steely Dan.
A proposito, gli Steely Dan presero il nome da un vibratore, ma non da un vibratore qualsiasi, bensì dal vibratore descritto dal capostipite della Beat Generation William S. Burroughs in The Naked Lunch.
Come dire; pessimo gusto, ma con un certo stile.
La canzone Morph The Cat inizia con un favoloso riff all’unisono di chitarra e basso, una batteria funk accattivante quadratissima con il rullante che si toglie alla fine di ogni giro sul sedicesimo quarto, dimostrazione pratica del famoso detto Less is More, roba che quelli che suonano la fusion, quella vera, non capiranno mai.
La canzone Morph The Cat ha una struttura armonica straordinariamente ricca, stravagante e travolgente ma non ostica e neppure pesante, anzi dannatamente pop.
La canzone Morph The Cat suona talmente bene che la uso sempre quando devo testare delle casse, un impianto, un equalizzatore, o semplicemente quando mi serve un “reference”, come si dice nel mondo musicale, ovvero quando stai mixando un pezzo ma vuoi avere a portata di orecchio un paragone di cui ti fidi.
Non per nulla si dice che gli Steely Dan per registrare un album di sette canzoni, chiamarono in studio 42 musicisti e 11 tecnici.
La canzone Morph The Cat ha un assolo di chitarra inciso da tal Jon Herington, il cui nome non dice nulla neppure a me, eppure metterei di sicuro tra i migliori 10 assoli di chitarra mai incisi.
Insomma, Morph The Cat è un capolavoro.
E io ero lì in bagno che finivo di ascoltare, avevo fatto tutto quello che dovevo fare, e la mia fidanzata si accosta alla porta e urla:
– Ma cos’è ‘sta merda?
Ecco, sono sicuro che stesse parlando della mia.
Ru Catania