Secondo l’ultimo Eurobarometro solo il 45% si sente europeo e la maggioranza è pessimista sul futuro dell’Unione. La maggioranza (risicata) comunque sostiene l’euro
Gli italiani abbandonano l’Europa. Con uno storico capovolgimento di fronte, l’Italia passa nell’estrema minoranza di Paesi i cui cittadini in maggioranza non si sentono europei. Nel Belpaese, solo il 45% ritiene di appartenere alla comunità dei Ventotto. Fino allo scorso anno erano il 53%.
Mentre poi per il resto In Europa si comincia a diffondere un cauto ottimismo con il 51% degli europei che dice di aver fiducia nel futuro. In Italia invece gli ottimisti sono di meno, solo il 40%. E’ quanto emerge dall’ultimo Eurobarometro Standard – il sondaggio più importante condotto a livello europeo sulle opinioni dei cittadini Ue. Le domande si concentrano sui principali temi della politica europea e sulle tematiche di attualità. Il Rapporto sull’Italia è stato illustrato oggi a Roma presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea alla presenza del Vicepresidente dell’esecutivo comunitario Antonio Tajani. La crisi economica e sociale continua a dominare i pensieri degli italiani e influisce sui giudizi espressi nei confronti dell’Unione europea. La disoccupazione, infatti, rappresenta il principale problema in Europa per il 49% degli intervistati, seguita dalla situazione economica in generale (44%), dalla pressione fiscale (21%) e dall’inflazione (17%).
L’euro resta punto fermo
La moneta unica resta un punto fermo e il sostegno da parte dei cittadini è rimasto pressoché stabile. La maggioranza degli italiani (53%) e degli europei (52%) si esprime a favore dell’Unione economica e monetaria (UEM) con la moneta unica.
La fiducia nelle istituzioni
Nel contesto della crisi economica perdurante, il calo di fiducia riguarda tutte le istituzioni a livello regionale, nazionale ed europeo. Infatti, la fiducia nella Commissione europea passa dal 35% al 32%, quella nel Parlamento europeo dal 41% al 36%. Quella espressa alle istituzioni UE resta tuttavia 3 volte più elevata della fiducia nei confronti delle istituzioni nazionali e regionali. Governo e Parlamento nazionali suscitano la fiducia di appena il 10% del campione (in calo rispettivamente dal’11% e dal 12% dell’ultimo sondaggio), le autorità locali e regionali del 14% (in calo dal 15%). La fiducia degli italiani nella Banca Centrale Europea cresce dal 28% al 31%.
Forte sostegno per la governance economica, l’unione bancaria e l’intervento a favore dell’industria
Gli italiani sono anche nettamente favorevoli all’approvazione preventiva dei bilanci nazionali da parte delle autorità europee, uno degli elementi cardine della nuova governance economica europea. Il 66% ritiene questa misura efficace per uscire dalla crisi, a fronte di una media Ue al 58%.
Sostegno altrettanto chiaro va al cosiddetto primo pilastro dell’Unione bancaria europea, la supervisione centralizzata a livello Ue delle banche. Il 69% del campione italiano è a favore di tale misura, che trova d’altra parte il 70% di sostegno a livello Ue, il 76% di consensi nell’eurozona, e il 61% di favorevoli anche tra i Paesi Ue al di fuori dell’eurozona.
Il 68% degli italiani e il 73% degli europei pensa che sia importante aiutare la base industriale europea per renderla più competitiva, promuovendo l’imprenditoria e le nuove competenze”.
Il 60% degli italiani è favorevole alla nomina di un ministro delle finanze dell’Unione europea. Si tratta di una delle percentuali più elevate nell’Ue dove solo in Belgio (62%), Croazia (62%) e Lussemburgo (61%) si registra una media superiore di consensi.
Sulle questioni di natura più prettamente finanziaria in discussione a livello Ue, gli italiani mostrano un forte sostegno a regole più rigide contro i paradisi fiscali e l’evasione fiscale (81%), all’introduzione di una tassa sui profitti delle banche (75%), all’inasprimento delle norme per le agenzie di rating (74%), alla regolamentazione delle remunerazioni dei banchieri (73%) e anche all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (67%).
Gli italiani sono invece più cauti sull’introduzione di eurobonds che è sostenuta comunque dal 54% del campione.
Sentimento di cittadinanza in flessione
La maggioranza assoluta del campione italiano arriva dice di non sentirsi un cittadino dell’Ue. Lo dichiara il 53% degli intervistati, contro un 45% che si sente invece cittadino Ue. L’Italia appartiene a un gruppo di soli cinque Paesi Ue dove la percentuale di coloro che si sentono cittadini Ue è inferiore al 50% del campione nazionale.
Il dato capovolge i valori consueti. Nell’ultimo sondaggio, la maggioranza degli italiani confermava con il 52% dei consensi il sentimento di cittadinanza europea, contro il 47% di scettici. Emerge inoltre un chiaro contrasto con la media europea che indica invece un 59% di risposte a favore del senso di cittadinanza Ue.
Il 79% degli intervistati italiani ritiene che le proprie opinioni non siano rappresentate nell’Ue. Questa percentuale è in aumento dal precedente 78%. Secondo il 55% degli intervistati italiani, l’Unione europea non va nella giusta direzione. Il dato è in aumento rispetto al 46% dell’ultimo sondaggio. Questa opinione è condivisa anche dal 47% degli europei. Un motivo è che forse Bruxelles e gli altri Paesi dell’Unione appaiono ancora troppo distanti. Tre italiani su quattro (75%) si ritengono non sufficientemente informati sulle questioni europee. Questo richiederebbe un maggiore sforzo in termini di comunicazione chiara e diretta sia da parte delle istituzioni UE che da parte degli Stati.
Troppa burocrazia targata Ue
Il 60% degli italiani bolla l’Europa come una fonte di eccessiva burocrazia. In Europa lo pensa il 74% degli intervistati.
Inoltre, alla domanda su cosa rappresenta l’Europa, oltre un italiano su cinque (21%) risponde uno spreco di denaro. Nell’ultimo sondaggio solo il 14% si era espresso in questi termini. L’euro e la libertà di movimento restano le risposte più comuni (vedi sopra), ma guadagnano terreno gli euroscettici. La terza riposta più comune è infatti che l’Europa rappresenta la disoccupazione, seguita dallo spreco di denaro.
Più Europa e non meno Europa
L’Unione europea non va nella giusta direzione secondo il 55% degli intervistati italiani, in aumento rispetto al 46% dell’ultimo sondaggio. Questa opinione è condivisa dalla maggioranza relativa (47%) degli europei.
In queste condizioni, non stupisce che la maggior parte del campione italiano si dica pessimista sul futuro dell’Ue. Lo pensa il 52% degli intervistati, mentre il 40% si dice ottimista. Il dato italiano è in controtendenza con quello europeo, dove invece gli ottimisti sono la maggioranza (51%) contro un 43% di pessimisti.
Le critiche rivolte all’Ue si sposano, tuttavia, con la richiesta di maggiore integrazione e con il desiderio di un salto di qualità dell’Ue. Gli italiani vogliono più Europa, non meno Europa, ma un’Europa che possano capire meglio e più vicina a loro. La maggioranza relativa (40%) preme infatti per un’Europa federalista. Molti di più vogliono una politica estera comune (61%) e una politica europea di sicurezza e difesa (68%).