colonna sonora: Etienne de Crecy – Prix Choc
I panni sporchi si levano in casa. Ecco come un semplice cambio di vocale diventa un incipit brillante stravolgendo il senso di un noto proverbio sulla privacy.
Si levano in casa anche perché spogliarsi in pubblico è considerato reato, nonostante la nudità sia il nostro status naturale. D’altronde vengono dichiarate “illegali” anche piante e persone, c’è poco da stupirsi. Un essere umano non può superare certi confini definiti a tavolino da altri esseri umani altrimenti diventa “clandestino” e alcune specie di piante dalle magiche proprietà terapeutiche o lisergiche non possono essere coltivate perché “contro la legge”, legge scritta a tavolino da esseri umani che evidentemente non ne hanno saputo fare buon uso (delle piante, non della legge).
Fossi uno di quelli che si siede a ‘sto famoso tavolino per inventare regole di sana pianta (ma non marijuana, considerata pianta non sana) avrei dichiarato contro la legge, che ne so, il cielo grigio tra aprile e ottobre, o gli allevamenti intensivi di animali trattati come merce, o le ballerine ai piedi delle ragazze con più di quindici anni.
E invece a primavera può continuare a piovere indisturbato, a causa della brutalità della filiera della carne siamo costretti a sopportare i vegani e soprattutto per strada ancora dobbiamo assistere all’increscioso spettacolo di donne in antiestetiche pantofole piatte che dicono essere scarpe.
Eppure un africano non può scappare dalla fame e io non posso masticare foglie di coca per rilassarmi di fronte a cotanta follia.
Ora, voi non lo sapete ma in realtà siamo andati completamente Fuori Tema rispetto a quello che volevo scrivere dalla seconda riga, quindi cerco di trovare un link stiracchiato come un happy end su un film drammatico e tornare al punto iniziale, sfruttando l’africano (come d’altronde fa da sempre la parte di mondo in cui – fortunatamente – viviamo).
L’africano non può scappare da un paese in guerra perché i panni sporchi si lavano in casa (più che stiracchiato questo link è tipo l’elastico del Bangi Giamping alla massima estensione con un obeso attaccato). Di questo volevo parlare, accidenti alle piante illegali che portano la mente dove vogliono loro a causa dei brillanti cambi di vocale.
Dopo 5 anni di Wash&Dry, alla fine è arrivata la lavatrice a casa. È un cambio importante, quasi quanto quelli della biancheria intima ogni tre giorni.
Quando c’era da andare al Wash&Dry ero sempre sicuro fosse la volta buona che avrei incontrato la donna della mia vita. Finché la mia fidanzata non ha minacciato di staccarmi tutti i bottoni dalle camice se non avessi almeno smesso si dirlo ad alta voce. Ma è comunque un bel momento di convivialità: si possono incontrare intere famiglie, studenti spiantati, casalinghe in pigiama, MILF in minigonna piegate a ritirare il bucato, donne della vita, alcolizzati, intellettuali, disoccupati, pazzi e il vicino di casa.
Ricorda un po’ la tradizione dei lavatoi, quelli nelle piazze dei paesi o sulle terrazze dei palazzi popolari, in cui immagino gli anni 50, il profumo del sapone di marsiglia e un gruppo di signore un po’ in carne che si raccontano storielle divertenti sui mariti e sui figli ma nessuna nomina l’amante; perché i panni sporchi a volte è meglio non lavarli proprio e lasciarli sul fondo del cesto.
Ora è tutto più facile: basta scendere una rampa di scale in ciabatte e posso fare quante lavatrici voglio, senza cambiare le monetine e senza trovare perizomi non miei nel bucato. Che un po’ mi mancano, a dire il vero.
Quindi, per concludere facendo finta che quanto scritto finora avesse un senso e fosse studiato a tavolino, come le leggi contro le creature umane e vegetali d’Iddio, il fatto di lavarsi i panni sporchi in casa è sicuramente comodo ma toglie un po’ di senso di comunità.
Infatti l’africano viene rispedito indietro, il prete pedofilo viene trasferito in un’altra scuola, degli assassini vengono applauditi, Renzi gira l’Europa rassicurando tutti che l’Italia va a gonfie vele ed io non vedo più le MILF in minigonna piegate davanti agli oblò.
Buon uichènd a chi usa detersivi naturali che lavano anche la coscienza.