Dal 20 al 28 maggio farò le musiche al teatro Petit Varia per lo spettacolo di Sylvie Landuyt dal titolo Don Juan Addiction / Elle(s).
Trovate maggiori informazioni cliccando esattamente qui.
Se volete venire venite, se non volete venire non venite.
Ma non è di questo che volevo parlare, o almeno non direttamente.
Siccome il mio post della settimana scorsa ha sfiorato in 7 giorni gli 80 like sul sito di eunews, mi sono detto che forse era una cosa troppo interessante, e allora oggi ho scelto un argomento più di nicchia, così da poter giocare un po’ di più il mio amato personaggio “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente…”
Torniamo a noi.
Cari secchioni chitarristi, secchioni dell’audio, secchioni musicisti, secchioni fonici e secchioni curiosoni, ecco a voi il set che userò in teatro.
Amplificatore Vox Valvetronix VT20+
Benché abbia sparsi tra Belgio e Italia alcuni gustosissimi amplificatori, la triste verità è che pesano un accidente, sono grossi come una casa, hanno bisogno di cure, e girando la manopola a 1 ho già un volume da stadio.
Ora invece vanno di moda queste minchiate qui. Amplificatori piccoli, che simulano altri 30 amplificatori. Includono accordatore, riverberi, e decine di effetti. Completamente programmabili, ti fai i tuoi preset e via, suonare!
Io mi sono fatto un suono di base, poi ho registrato delle memorie aggiuntive, come un riverbero tipo caverna, un eco col tempo che mi serve, un tremolo, un fuzz con l’octaver.
Per 135€, non so cosa altro si possa chiedere chiedere a questo piccolo mulo.
Catena dei degli effetti, da destra verso sinistra, ovvero dall’ingresso verso l’uscita:
VOX VFS5
Il controller dei suoni storati (non me ne vogliano i cruschiani) nell’amplificatore, 2 banchi per 4 patch.
Non è quindi in collegamento audio col resto della catena.
LA PICCOLA FLOTTA
La piccola flotta è l’insieme dei 3 pedali che porto in giro anche con i Driving Dead Girl, attaccandoci però il basso.
La piccola flotta è inglobata qui, nella Grande Flotta Teatrale.
primo: un BOSS Tuner TU-2
Immancabile e affidabile accordatore.
secondo: un Fuzz auto-costruito
Auto-costruito da qualcun altro intendo, mica auto-costruito da me che non so saldare un cavo(lo). A dire il vero non lo uso come Fuzz, ma il parametro delle frequenze medie è regolabile tipo filtro, vale a dire, alzando le medie, e poi cercandone la frequenza con una Q stretta, riesco a raggiungere effetti quasi da synth. Suono la manopola ecco, non lo strumento che ho in mano.
terzo: un Turbo Rat
La base di tutti i suoni crunch.
Adoro il Rat, posso passare da un sottile boost di volume a un fuzz degno di tale nome. Toni sempre rigorosamente chiusi.
BOSS DD-3 Digital delay
Gloriosissimo, io lo amo. Suona bene ed è iper pratico.
Il suono dei modelli successivi ben più cari non hanno nulla a che vedere con questo gioiellino.
Nulla di incredibile, ma semplicemente perfetto.
Poi c’è il valore aggiunto da me. Come potete vedere dalla foto l’ho dinosaurizzato.
BOSS – Loop Station Boss RC-1
Ormai tutti sanno cos’è un looper. Per chi non lo sapesse c’è sempre Google.
Parliamo di questo modello:
tra i pro abbiamo la qualità audio, la fantastica e comodissima possibilità di importare files in formato wav nel pedale per lanciali al momento giusto con una mossa di piede, e con altrettanta semplicità la possibilità di esportare sul computer le frasi registrate alla chitarra.
Tra i contro una gestione delle funzioni a pedale un po’ confusa e limitata anche aggiungendo il doppio footswitch, e purtroppo (qui si va sullo specifico, chi capisce capisce, chi non capisce c’è sempre Google) una difficile gestione dell’headroom, troppo limitata. Si arriva facilmente ad un odioso effetto collo di bottiglia, in cui tutto viene compresso, schiacciato, degradato, e non c’è modo di tornare indietro a ridare dinamica.
Ultimo pezzo, il più importante di tutti.
Telecaster USA degli anni ’80.
Ce l’ho da 20 anni.
Migliore acquisto di sempre.
Ringrazio la mia mamma e il mio papà che me l’hanno comprata, e il mio amico Demetrio che me l’ha venduta.