Forza Italia tenta di coinvolgere le istituzioni europee nella caccia ai complottisti che, dall’estate del 2011, avrebbero macchinato per cacciare Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi.
In attesa del responso di Camera e Senato sulla richiesta di istituire di una Commissione parlamentare di inchiesta sul caso, i berluscones alzano il tiro fino a Bruxelles. Stamattina, in una conferenza stampa a Montecitorio, è stata presentata la lettera con cui Arturo Diaconale, presidente dell’associazione “Tribunale Dreyfus”, ha chiesto al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione europei l’elenco dei funzionari accreditati al G20 di Cannes del novembre 2011. Si tratta del vertice in cui l’ex segretario di Stato Usa Timothy Geithner, stando al suo libro Stress test, avrebbe ricevuto pressioni da parte di “european officials” per coinvolgere il presidente Barack Obama in un complotto anti-Berlusconi.
La lettera di Diaconale, in verità, puzza molto di sparata a salve. Lo ammette involontariamente anche Renato Brunetta, intervenuto in conferenza stampa e anch’egli autore di un libro sul presunto complotto. “Io non traduco ‘officials’ con funzionari – ha spiegato l’ex ministro – semplicemente perché di norma, a questi incontri, con un ministro ci va a parlare un altro ministro e non un semplice funzionario”. Dunque, ci chiediamo: se non può essere stato un semplice funzionario a fare la richiesta indecente a Geithner, c’è bisogno di scomodare le istituzioni europee per sapere quali ministri fossero presenti a Cannes? Certo che no, ma almeno serve a fare rumore.
E a fare rumore serve anche l’appello di Brunetta al premier Matteo Renzi: “Dia il via libera, col Pd, all’istituzione della commissione d’inchiesta”. Altrimenti, sembrerebbe, saltano le riforme, perché “non si possono fare con chi vuole insabbiare la verità”. La minaccia parrebbe seria, se non fosse che subito dopo l’ex ministro ha abbassato il tiro. “Dico solo che qualunque democratico ha il dovere morale di appoggiare una battaglia per la verità, ma non voglio legare la questione della commissione d’inchiesta alle riforme”.