Un partito fondato poco più di un mese fa e che ha al centro del suo programma la lotta alla corruzione e la riscrittura del pacchetto di riforme e privatizzazioni concordato con Bruxelles è a sorpresa il vincitore delle elezioni Slovene. Secondo gli exit poll sarà il giurista Miro Cerar il nuovo premier della Slovenia, il suo partito, l’Smc, avrebbe totalizzato il 36,9% dei consensi.
Al secondo posto la formazione di destra Sds, il Partito democratico sloveno, con il 19,2%. La sorpresa è poi la Sinistra unita, partito vicino alle posizioni di Alexis Tsipras, che ha raccolto il 7,1%. Hanno supera la soglia di sbarramento del 4% anche il Partito per la tutela dei pensionati DeSUS (9,7%); il Partito socialdemocratico (SD) con il 5,8%; Nuova Slovenia (NSi) al 5,4% e lo ZaAb, l’Alleanza per Alenka Bratusek, che si è aggiudicato il 4,7% dei suffragi. Bassa però l’affluenza alle urne, con appena il 35,6% degli aventi diritto che si è recato al seggio.
Il Paese era andato alle elezioni anticipate in seguito alle dimissioni della premier Bratusek eletta a marzo del 2013, e costretta a lasciar nel maggio scorso dopo la sconfitta nella battaglia per la leadership di “Slovenia positiva” conquistata dal sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic. Una battaglia che si è ritorta contro lo stesso partito che non ha superato la soglia di sbarramento a differenza della lista della ex premier.
Cerar ha 15 giorni per presentare all’Assemblea nazionale slovena le nomine dei ministri del suo esecutivo. Anche se il suo partito non si è apertamente definito di centrosinistra è da quella parte del Paese che ha preso voti ed è nel centrosinistra che tenterà di formare una coalizione. Di sicuro non cercherà accordi con la seconda forza del Paese, la destra dell’Sds, il cui leader, Janez Jansa, sta scontando una pena di due anni di carcere per corruzione. Per quanto riguarda il programma l’Smc è contrario alle grande privatizzazioni, necessarie secondo Bruxelles, come quella di Telekom Slovenia o dell’aeroporto internazionale di Lubiana. Cerar intende concentrarsi sulle altre società che ritiene si possano cedere senza danneggiare l’economia slovena.
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