L’Italia è il Paese in cui è stato scoperto il maggior numero di tentativi di frode ai danni dei fondi europei. Un primato saldissimo, il nostro: superiamo tutti gli altri Paesi di centinaia di casi. È quanto emerge dalla relazione annuale della Commissione europea sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione che, per l’anno scorso, ha contato 945 casi di irregolarità fraudolente ai danni del bilancio dell’Unione europea. Di queste, quasi un terzo, ben 302, sono state registrate in Italia.
Per trovare un altro Paese che superi il centinaio di casi bisogna scorrere l’elenco dei Ventotto giù fino alla Romania, che si ferma comunque a 109 frodi scoperte. A seguire la Bulgaria con 97, la Polonia con 91 e la Danimarca con 66. Gli altri Stati membri si fermano a cifre irrisorie rispetto a quella italiana: in Irlanda non è stata scoperta nemmeno una, in Lussemburgo 1, in Croazia, Belgio e Lituania appena 2.
Un elevato numero di frodi riportate, specifica la Commissione, non vuole necessariamente dire che le attività illegali che coinvolgono fondi Ue nel Paese siano più numerose, ma piuttosto che il sistema anti frode, in quei Paesi, potrebbe essere più efficace. Certo è che in Italia il totale dei fondi coinvolti è di 68 milioni e mezzo di euro, mentre ad esempio, in Svezia è di 32 mila euro.
Nel complesso, secondo la relazione dell’esecutivo Ue, le frodi individuate nella spesa dell’Ue rappresentano comunque meno del 0,2% di tutti i fondi e sono leggermente diminuite rispetto al 2012. Sul versante della spesa, le frodi sono ammontate a 248 milioni di euro di fondi Ue, un importo equivalente allo 0,19% del bilancio di spesa e che rappresenta un calo del 21% rispetto ai 315 milioni di euro dell’anno precedente.
Sul versante delle entrate, le frodi presunte o accertate sono ammontate a 61 milioni di euro, pari allo 0,29% delle risorse proprie tradizionali riscosse per il 2013, con un calo del 21% rispetto ai 77,6 milioni di euro dell’anno precedente. Sebbene l’impatto finanziario complessivo delle frodi ai danni dei fondi comunitari sia calato l’anno scorso, il numero di frodi segnalate sul versante della spesa dell’Unione è aumentato rispetto all’anno precedente.
La Commissione ritiene tuttavia che siano necessari maggiori sforzi dei Paesi membri. La raccomandazione è di rivedere i loro controlli per garantire che siano mirati e basati sull’analisi dei rischi. “È ora che gli Stati membri facciano la loro parte”, chiede il Commissario alla Fiscalità, Algirdas Semeta, secondo cui i Paesi devono “intervenire con maggiore efficacia, intensificando gli sforzi volti a prevenire, individuare e perseguire le frodi ai danni del bilancio dell’Unione”.
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