Creare una rete per la “resistenza” alle “politiche liberiste attualmente dominanti in Europa”. E’ questo l’obiettivo di Alexis Tsipras, che dopo la candidatura alla presidenza della Commissione Ue, intende rilanciare l’iniziativa per raccogliere i frutti del risultato elettorale di maggio. Il leader del movimento greco Syriza, punta a una “alleanza tra le forze politiche e sociali” che, “dalla periferia e dal Sud dell’Europa” vogliono “rovesciare” la situazione attuale per abbracciare un programma di “vero cambiamento”.
Secondo Tsipras, la “teoria della stabilità finanziaria come premessa dello sviluppo è stata smentita negli ultimi 5 anni”. L’effetto prodotto dall’austerità, prosegue, “ha rallentato lo sviluppo e aumentato l’instabilità, sia economica che sociale”. Il greco giudica “interessante la retorica del premier italiano”. Ma sottolinea che “non bastano le belle parole” sulla crescita. Perché, prosegue, “quando Renzi si accontenta della flessibilità prevista dai trattati, è come se accettasse di indossare una camicia di forza, chiedendo solo che vengano leggermente allentati i legacci”. Per un vero cambiamento, secondo Tsipras, bisogna partire da “un ‘new deal’ europeo”, dal momento che “non si può tornare a crescere se non con massicci investimenti a livello europeo”. Inoltre, prosegue il leader di Syriza, bisogna “trovare una soluzione comune al problema del debito, e non può che passare attraverso la cancellazione di una parte di esso”.
Per realizzare queste ricette, però, è necessario rafforzare il blocco della sinistra a livello europeo. Per farlo, Tsipras parte da Roma, dove in mattinata ha incontrato il leader di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, e in serata sarà ospite di Niki Vendola alla festa di Sel. Appuntamenti che anticipano il comizio di domani sera, alle 20,00 in piazza Farnese, e l’assemblea nazionale dell’Altra europa, sabato al teatro Vittoria. Il comune denominatore di questi eventi lo indica Stefano Rodotà, uno dei padri nobili della lista Tsipras in Italia. Secondo il costituzionalista, l’esperienza elettorale ha costruito un “patrimonio che non può essere disperso”. Al contrario, va arricchito con le “molte energie che non si sono incanalate nella lista Tzipras e vanno recuperate”.
In altre parole, si punta alla nascita di un soggetto politico per realizzare un “percorso unitario della sinistra”. Obiettivo che rischia di scontrarsi con le tante soggettività poco disposte a trovare una sintesi. Se Rifondazione comunista e Alternativa civile (il movimento di Antonio Ingroia) sono propensi a dar vita a una federazione per uscire dall’isolamento, è diverso il discorso di Sel. Nel partito di Niki Vendola è ancora aperta la ferita per la scelta di Barbara Spinelli. Accettando l’incarico, l’europarlamentare de l’Altra Europa ha precluso a Marco Furfaro, candidato di Sel, di approdare a Strasburgo. Uno smacco che ancora deve essere digerito. Dall’altro lato, dopo la scissione di Gennaro Migliore, che ha portato con sé un’altra decina di parlamentari, anche il partito di Vendola deve trovare un’alternativa alla solitudine.