Sono più di 1.200 i casi di Ebola accertati dall’inizio dell’anno in Africa e il numero delle vittime ha superato quota 670: un’epidemia devastante che dalla Guinea si è estesa alla Liberia e alla Sierra Leone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla addirittura del più grande focolaio mai registrato in termini di casi, morti e copertura geografica. La Commissione europea, per far fronte a questa emergenza globale, ha deciso di stanziare due milioni di euro di finanziamenti che si aggiungono al milione e 900mila euro già forniti.
“Il livello di contaminazione è estremamente preoccupante e abbiamo bisogno di rafforzare la nostra azione prima che si perdano molte altre vite – ha dichiarato Kristalina Georgieva, commissario europeo per la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi – l’Ue ha schierato esperti nei paesi colpiti per contribuire a valutare la situazione coordinandosi con le autorità locali, ma abbiamo bisogno di uno sforzo sostenuto dalla comunità internazionale per aiutare l’Africa occidentale a far fronte a questa minaccia”. Georgieva ha anche tenuto a ringraziare ufficialmente gli operatori sanitari che “ogni giorno si impegnano per aiutare le vittime e prevenire un ulteriore contagio, spesso mettendo a rischio la propria vita”. E proprio dalla Sierra Leone è arrivata la notizia della morte di Omar Khan, medico che dirigeva il centro clinico per le cure del virus di Kenema e che la settimana scorsa aveva contratto la malattia. L’uomo era appena stato nominato “eroe nazionale” dal ministro della Sanità, per “aver speso per mesi oltre 12 ore al giorno nel tentativo di salvare vite umane”.
I nuovi aiuti europei in concreto serviranno a fornire assistenza sanitaria immediata alle comunità colpite attraverso il coinvolgimento di organizzazioni partner, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ai Medici senza frontiere, alla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. In particolare, l’Oms ha un ruolo di primo piano nel fornire attrezzature e consulenza ai ministeri della salute, ma si occupa anche della sorveglianza epidemiologica. Medici senza frontiere sta invece sostenendo la gestione clinica dei casi compreso l’isolamento dei pazienti, il sostegno psicosociale e l’individuazione degli episodi sospetti.
Ad oggi non è stato registrato alcun caso in Europa, ma i timori che il virus possa diffondersi anche fuori dall’Africa occidentale sono concreti. “L’epidemia di Ebola si sta aggravando e rischia di estendersi ad altri Paesi – ha dichiarato il direttore delle operazioni di Medici senza frontiere, Bart Janssens, in un’intervista rilasciata a Libre Belgique – questa epidemia è senza precedenti, assolutamente fuori controllo e la situazione non fa che peggiorare”. Anche il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ha espresso la sua preoccupazione dichiarando alla Bbc che il virus dell’Ebola “è una minaccia per il Regno Unito”. Il ministro ha poi annunciato che nelle prossime ore l’esecutivo di David Cameron terrà una riunione interministeriale urgente, il cosiddetto ‘Cobra meeting’, proprio per discutere sulla minaccia globale del virus. La preoccupazione britannica è dovuta anche a due episodi che si sono verificati nelle scorse ore. Prima un uomo a Birmingham e poi un’altra persona in una struttura non precisata del Paese si sono recati in ospedale per effettuare i test con il timore, poi scongiurato, di aver contratto il virus.
Intanto, il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc) sta costantemente monitorando la situazione e ha pubblicato diverse valutazioni del rischio che forniscono indicazioni su come procedere. In più, la Commissione europea sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri dell’Ue per tenerli informati sugli ultimi sviluppi.