Questo non è un mio post, bensì un post preso dal blog di mio papà, come mi è già accaduto di fare un paio di volte.
L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che se questa la sentono i milanesi, siamo fregati.
Siamo fritti.
Fritti panati.
Che già “ha fatto la qualunque”, è una forma che non si può sentire.
Se questa ne è l’evoluzione, apriti cielo!
La signora che va a letto con qualsiasi
Ieri, addì domenica 14 settembre, nella centrale piazza del paese, alle ore 9 (nove) ho sentito una signora che diceva ad una amica: “…perché io vado a letto con qualsiasi e sono fatti miei!” Lo diceva a voce piuttosto alta, come se volesse farlo sentire a tutti, e d’altronde il senso della frase era quello; così non mi sono sentito indisceto, ma anzi testimone.
In qualità di testimone ho rallentato sperando che la signora spiegasse di che qualsiasi andava parlando, in modo da poterne testimoniare con puntualità, ma niente, la signora non ha aggiunto altro, ed io non ho potuto che proseguire per la mia strada dato che come potete immaginare non potevo fermarmi a chiederle: “Scusi signora: qualsiasi che?” Anche perché la signora aveva appena finito di dire che erano fatti suoi, e questo m’è sembrato avere la preminenza sul mio senso civico di testimoniarne.
Quindi, se a qualcuno interessasse, A Domanda Risponderei solo che il tale giorno alla tale ora ho sentito quella persona dire che va a letto con qualsiasi.
No, A Domanda Risponderei; non conosco alcun signore che faccia Qualsiasi di cognome, né ne ho mai sentito parlare.
ADR: no, non conosco la signora e pertanto non posso dire se essa faccia parte di una avanguardia dell’evoluzione dei costumi sessuali talché non abbia voluto specificare di che qualsiasi parlasse per non precludersi delle possibilità di chi o cosa portarsi a letto.
ADR: non ho elementi per affermare che la signora faccia parte di una retroguardia dell’alfabetizzazione e che abbia detto qualsiasi invece di dire chiunque, nè nella frase ho riscontrato altri errori che mi consentano di valutare il livello del suo analfabetismo di andata ovvero di ritorno.
In fede.
Sergio Catania