Una legge di stabilità da 36 miliardi, 11 dei quali sono spesa in deficit. Si tratta di una “Manovra espansiva, che cerca di essere anticiclica pur rispettando i vincoli europei”. Così l’ha descritta il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier ha assicurato, infatti, di rimanere all’interno del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Poi ha sottolineato “la presenza contemporanea delle circostanze eccezionali dell’economia”, e del “percorso di riforme strutturali” avviato dall’esecutivo. Condizioni previste dai trattati per ottenere flessibilità nell’interpretazione da parte delle Commissione europea.
Condizioni richiamate anche dal Ministro Pier Carlo Padoan, il quale le ha sottolineate nella lettera di accompagnamento alla legge di stabilità inviata al commissario europeo Jyrki Katainen, incaricato di valutare il documento di bilancio. Rimane incerto l’ok da parte della Commissione, visto che pur rispettando il vincolo del 3% sul Pil, il deficit rimane comunque elevato e il pareggio di bilancio non arriverà prima del 2017.
“Siamo pronti a discutere con la Commissione”, ha annunciato Renzi, sottolineando però che a giugno “il Consiglio europeo di Ypres ha ribadito che si debba usare flessibilità” nell’interpretazione dei trattati. E l’esecutivo italiano è convinto di aver “usato tutti gli spazi di flessibilità consentiti nel rispetto dei vincoli europei”, ha dichiarato il premier. Tuttavia, nella manovra il governo si è riservato un margine di sicurezza di 3,4 miliardi, “che di questi tempi non guasta mai” ha proseguito Renzi.
Il margine di sicurezza “può essere usato in molti modi – ha spiegato il ministro dell’Economia Padoan – incluso, ove fosse necessario, un intervento a riduzione del disavanzo”. In soldoni, vuol dire che se la Commissione dovesse bocciare la manovra italiana, l’esecutivo ha già previsto un margine per ritoccare il deficit al ribasso.
Per il resto, il governo ha confermato il taglio delle tasse per 18 miliardi annunciato nei giorni scorsi, quando il premier definì “supido” il Patto di stabilità ma promise che lo avrebbe rispettato. Confermati gli sgravi contributivi per le aziende che assumono a tempo indeterminato, gli 80 euro in busta paga ai redditi bassi. Mezzo miliardo per sgravi fiscali alle famiglie e 800 milioni per le partite iva “che prendono poco”, ha spiegato il premier. Anche le aziende che investiranno in ricerca e sviluppo beneficeranno di agevolazioni, per questo è previsto un accantonamento di 300 milioni di euro. Sul fronte delle entrate, le attese del governo sono riposte principalmente nella spendig review, dalla quale dovranno arrivare 15 miliardi, e nella lotta all’evasione fiscale (altri 3,8).