Il primo ostacolo è stato superato ma “questo non vuole dire che tutte le proposte di leggi di bilancio rispettino necessariamente appieno il Patto di Stabilità e di crescita” e “non esclude che la Commissione possa adottare procedure nell’ambito del Patto per alcuni Stati membri”. Il commissario agli Affari economici, Jyrki Katainen, frena gli entusiasmi dopo il primo via libera arrivato dall’esecutivo comunitario con l’annuncio di non avere identificato casi di deviazione particolarmente serie nei piani di bilancio dei Paesi. Ma questo “non pregiudica il risultato finale”, si affretta a specificare Katainen. “La situazione economica è cambiata in quest’ultimo anno”, concede, ma “non possiamo cambiare retrospettivamente gli impegni” e quindi “non cambiamo le regole per quest’anno, e se mi chiedete se i Paesi eviteranno sanzioni per quest’anno a causa delle prospettive cambiate, la risposta è no”.
Ma si saprà qualcosa in più “soltanto quando sarà completata la valutazione dettagliata nelle prossime settimane”. Valutazione che spetterà al nuovo esecutivo comunitario guidato da Jean-Claude Juncker, e nello specifico “la decisione finale sarà presa dal collegio”, ma preparata “da Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis”, ovvero il nuovo commissario socialista agli Affari economici e il suo coordinatore popolare, il vicepresidente all’Euro e al Dialogo sociale. Questa valutazione sarà basata sulle previsioni economiche d’autunno e prenderà in considerazione le opinioni dell’esecutivo di Bruxelles sull’outlook macroeconomico, le misure prese dai governi e i rischi legati all’attuazione del bilancio.
Per il momento “trovo positivo che l’Italia abbia avuto un atteggiamento costruttivo e abbia presentato nuove misure”, sottolinea il finlandese, ribadendo che, anche per il nostro Paese “non posso ora prevedere quale sarà l’esito finale”. Stessa situazione per Parigi, che rischia anche più di noi essendo già sotto procedura per deficit eccessivo: “Le regole sono chiare – ricorda Katainen – un Paese che è sotto procedura per deficit eccessivo qualora non segua le regole alla fine può vedersi comminare sanzioni”. Ma per ora, assicura il responsabile degli Affari economici, “voglio sostenere la Francia e i suoi sforzi per sostenere le riforme strutturali, su cui deve concentrarsi per rafforzare la competitività”. Bene, da questo punto di vista, sta facendo l’Italia, almeno sulla carta: “L’Italia sta compiendo riforme radicali, si tratta di vedere se tutte le misure annunciate saranno messe in atto”, evidenzia Katainen, definendo l’agenda delle riforme italiane “politicamente delicata ma assolutamente necessaria”, uno sforzo che “la Commissione sostiene con determinazione”.
Katainen poi difende il lavoro della Commissione che, spingendo i Paesi a modificare i piani di bilancio, è convinto, non ha comunque ridotto le prospettive di crescita: “Scegliere come spendere i soldi dei contribuenti è una decisione politica, non ha necessariamente senso tagliare nei settori che potrebbero rafforzare la crescita”, sottolinea, spiegando: “Lo so bene, anche io mi sono trovato a tagliare bilanci e imporre tasse in nome della stabilità ma se ho deciso di tagliare da una parte ho deciso di vendere beni pubblici e usare i soldi ricavati per gli investimenti”. Insomma, “tagliare non necessariamente è un male per la crescita: anche se nell’immediato il consolidamento ha effetto negativo sulla crescita, se si prendono le due cose insieme si possono trovare mix molto utili”.