“Il Meccanismo di vigilanza unico” degli istituti finanziari è un “elemento essenziale per il completamento dell’unione economica e monetaria nel settore bancario”. Lo scrive il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel telegramma inviato per la celebrazione della 90ª giornata mondiale del risparmio, appuntamento organizzato dall’Acri (Associazione di fondazioni bancarie e casse di risparmio spa) e intitolato ‘Il risparmio nell’Unione bancaria europea’. Per il Presidente della Repubblica, solo un “affidabile e stabile sistema finanziario, che abbia come obiettivo il sostegno degli investimenti e delle attività produttive” può tutelare “i risparmi dei cittadini”.
Tuttavia non basta uniformare il sistema di regole che riguardano gli enti creditizi. Secondo il ministro Pier Carlo Padoan, “il processo di integrazione europea deve continuare. Dopo l’Unione bancaria, l’Europa dovrà dotarsi di una ‘capital market union’”. Per il titolare dell’Economia, l’unione dei mercati di capitali dovrebbe essere il risultato del “processo di revisione della sorveglianza bancaria e finanziaria”. Un processo ormai compiuto, dal momento che, come ha ricordato lo stesso Padoan, “il 4 novembre diverrà pienamente operativo il ‘Single supervisory mechanism’ – il Meccanismo di vigilanza unico citato da Napolitano – e la Bce comincerà a esercitare la vigilanza diretta sulle 120 banche considerate significative”.
Il mercato unico dei capitali, secondo Padoan, è uno strumento per rilanciare il finanziamento dell’economia reale, che “non può esaurirsi nel ruolo, seppur cruciale, del sistema bancario”. L’idea, precisa il ministro, “è che per sostenere il finanziamento dell’economia, e degli investimenti in particolare, sia indispensabile diversificare le fonti”. La convinzione di Padoan è che solo “il rilancio degli investimenti pubblici e privati consentirà di riattivare sia la domanda che l’offerta nei Paesi membri”.
Per tale finalità, Padoan giudica importante l’istituzione – decisa dall’Ecofin informale di settembre – di avviare una “task force tra la Bei, la Commissione e gli Stati membri per individuare gli investimenti economicamente sostenibili e realizzabili nel prossimo triennio (2015-2017)”. Per quanto riguarda l’Italia, ha precisato il ministro, i progetti che saranno sottoposti alla Bei riguardano la “realizzazione della banda ultra-larga, la messa in sicurezza della rete stradale, l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e il supporto alle piccole e medie imprese”.
Anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, sottolinea l’importanza di “un’azione comune per sostenere gli investimenti pubblici, che in Europa sono “diminuiti di un quarto negli ultimi quattro anni”. Il titolare di Palazzo Koch mette in guardia da “interventi isolati di singoli Paesi”, perché “potrebbero dar luogo a reazioni negative da parte dei mercati”. Visco sottolinea poi l’urgenza dell’intervento da parte dell’Ue. Indica, infatti, la necessità di “procedere rapidamente alla realizzazione del piano proposto dal nuovo presidente della Commissione europea”, Jean Claude Junker. Un piano per il quale, secondo Visco, “è necessario il contributo di tutte le fonti di finanziamento: il bilancio comunitario, la Bei, gli investitori privati e gli stessi bilanci pubblici nazionali”.