“Abbiamo applicato le regole in modo che siano in conformità con le leggi nazionali e internazionali”. Pierre Gramegna, ministro delle Finanze del Lussemburgo è travolto dai giornalisti, probabilmente in vita sua non ne ha visti mai così tanti tutti insieme, certamente mai nella minuscola sala stampa lussemburghese del consiglio europeo, dove si trova per partecipare alla riunione dell’Eurogruppo. L’indagine avviata dalla vecchia commissione europea sulle straordinarie agevolazioni fiscali concesse dal Granducato ad un nutrito gruppo di multinazionali oggi ha avuto un nuovo punto critico, con la pubblicazione di documenti che provano i favoritismi così Gramegna si trova costretto a tentare la difesa della “assoluta legalità” di atti compiuti ai tempi in cui premier (e ministro delle Finanze) era Jean-Claude Juncker.
Poi però un dubbio gli viene, “quello che è legale potrebbe non essere eticamente desiderabile o essere incompatibile con norme che ci piacerebbe esistessero. E’ una situazione insopportabile per noi e i nostri cittadini in Europa – dice poi sorprendendo un po’ l’uditorio – che devono pagare le tasse mentre le società pagano così poco…”
Il Lussemburgo è pronto a “collaborare pienamente” con la Commissione, assicura Gramegna, ma avverte che “abbiamo una divergenza di interpretazione sul fatto che la Commissione possa chiedere di comunicare tutte le decisioni fiscali che riguardano le imprese di un Paese. Se è così – sostiene – allora può chiederlo a tutti gli Stati. Ma crediamo che questo vada al di là delle regole sugli aiuti di Stato”. Bruxelles, ritiene il ministro, può chiedere informazioni “su casi concreti e specifici e su questo il Lussemburgo ha collaborato e collaborerà”.
Gramegna ricorda che il suo concittadino “Juncker ha assicurato che sarà oggettivo e anche noi staremo alle regole e rispetteremo l’autorità della Commissione. Ho molta fiducia nella cooperazione che instaureremo con la nuova Commissione, e penso che Juncker faccia certamente distinzione tra la sua responsabilità come presidente della Commissione e il suo Paese di provenienza. Sarà obiettivo e applicherà le regole”.