L’Unione Europea deve dotarsi di norme comunitarie che vietino agli Stati membri di pagare i riscatti chiesti per la liberazione degli ostaggi. Lo chiede Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e Vicepresidente del gruppo Ppe. Per Comi è il momento di porre fine alle polemiche seguite alla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze italiane rapite in Siria e rilasciate cinque mesi dopo il rapimento, “è inutile continuare a rivangare il passato, guardiamo avanti e troviamo soluzioni efficaci”, dice.
Secondo l’eurodeputata, nonostante la presa degli ostaggi sia proibita dal diritto internazionale umanitario, “nulla è previsto per vietare il pagamento del riscatto, che rischia di costituire una fonte di finanziamento dei gruppi terroristici e di accrescere la probabilità che altre persone vengano rapite, facendo così scattare un circolo vizioso”. In tal senso si era espresso anche il Consiglio Ue che, nelle conclusioni del 23 giugno 2014, aveva dichiarato di respingere “in modo inequivocabile il pagamento di riscatti e concessioni politiche ai terroristi”. Il problema, come sottolinea Comi, è che “la decisione di pagare o meno rimane in capo a ciascun Governo, non sempre condivisa da altri Paesi”.
Di conseguenza, l’esponente di Forza Italia ha presentato un’interrogazione per introdurre norme europee specifiche in materia di proibizione del pagamento del riscatto per la liberazione degli ostaggi. “Ho chiesto all’Alto Rappresentante se non ritenga opportuno adottare una linea condivisa a livello europeo contro il pagamento del riscatto e quali misure e azioni concrete intenda adottare sulla base di quanto dichiarato nelle conclusioni del Consiglio dello scorso 23 giugno”, ha affermato la vicepresidente del gruppo Ppe. Non solo. L’eurodeputata ha inoltre chiesto “di proporre in sede di Nazioni Unite un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione del 1979 contro la presa d’ostaggi che disciplini in modo chiaro ed esaustivo la proibizione del pagamento del riscatto”.