Perdita della biodiversità, morti premature dovute all’inquinamento dell’aria, cambiamenti demografici e climatici, sviluppo sostenibile, spreco delle materie prime, riciclaggio dei rifiuti, sono queste alcune delle tematiche affrontate durante la conferenza “The European environment – State and outlook 2015: Linking current knowledge and policies to future ambitions” organizzata dall’Epc (European Policy Centre), alla quale hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo per l’ambiente Karmenu Vella, il ministro lettone Kaspars Gerhards per la protezione ambientale e Gerben-Jan Gerbrandy, membro del Parlamento europeo del gruppo democratici e liberali.
Da quanto emerso dall’incontro sarebbe realistica, se inquadrata in un’azione strategica, l’aspirazione dell’Europa ad adoperarsi per il benessere nel rispetto dei limiti della salvaguardia ambientale. “La perdita di biodiversità è una crisi silenziosa che può colpirci prima che lo facciano i cambiamenti climatici”, ha detto Gerbrandy; mentre Vella ha sottolineato l’importanza dell’economia circolare, ovvero che indispensabile non sia solamente cercare di riciclare il più possibile i prodotti, ma che questi stessi siano progettati appositamente per essere successivamente riciclati, insistendo su come questo sia “un concetto che dobbiamo trasformare in realtà”.
Rispettare la natura non significa bloccare lo sviluppo, ma adattare la società e il sistema all’ambiente, questo uno dei punti principali del convegno, all’interno del quale si è messo l’accento sull’urgenza di cambiamenti sistemici, e dunque sulla necessità di indirizzare la società verso una transizione che conduca ad uno sviluppo più sostenibile. In quest’ottica perciò i cambiamenti non andrebbero visti esclusivamente a tutela dell’ecosistema, ma a beneficio di tutti quanti. Un punto poi su cui si è voluto rimarcare è stato quello dello spreco, che non riguarda solo il momento finale della catena produttiva, ma anche quelli iniziale e intermedio; e addirittura precedente alla fase di produzione, con la scelta dei materiali, dei quali è necessario cercare di ridurre al minimo la quantità ottimizzandone al massimo l’utilizzo.
Il commissario Vella ha fatto notare come la perdita di biodiversità non esista solo in Africa (ad esempio con l’abbattimento di rinoceronti ed elefanti) ma anche all’interno del nostro continente, e dunque ha sottolineato come sia indispensabile una sorta di “sinergia tra politiche energetica e ambientale all’interno dell’Unione europea”. Dalla conferenza è emerso poi quanto sia urgente studiare contromisure all’impatto negativo che potranno avere variazioni demografiche e climatiche all’interno del nostro pianeta.
Che le sfide poste dai cambiamenti in atto nel nostro ecosistema siano ardue è apparso evidente dall’incontro, ma è apparso altrettanto chiaro come esistano anche gli strumenti per trovare delle soluzioni adeguate. Per questo motivo è stata evidenziata l’urgenza di realizzare dei piani concreti, rimanendo focalizzati sull’obiettivo da raggiungere e dunque identificando, all’interno dell’Ue, quegli Stati che non sono in grado di uniformarsi al livello degli altri; e in questo modo, dopo aver compreso i motivi per cui questi Paesi non riescono a ottenere i risultati previsti, aiutarli nel loro raggiungimento.