La Nato si riorganizza come non capitava dai tempi della guerra fredda, e lavora al raddoppio delle unità di risposta, per portarle dagli attuali 13 mila uomini a 30 mila. E’ quanto sottolineato dal segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, nel corso della conferenza stampa con il comandante alleato supremo in Europa, il generale Philip Breedlove. “Le condizioni di sicurezza sono molto più impegnative di quanto lo siano state da decenni”, sostiene Stoltenberg. Si pone il problema di “rispondere sia alle sfide orientali e meridionali”, rappresentate oggi dall’instabilità in Ucraina e dalle tensioni in nord Africa. Per questo “sitamo accrescendo la nostra difesa collettiva più di quanto abbiamo fatto dalla fine della guerra fredda”.
In termini pratici l’Alleanza atlantica lavora all’aumento del numero dei soldati delle forze di risposta (da 13 mila a 30 mila) e alla creazione di una nuova forza di risposta rapida alle crisi formata da 5 mila uomini, in grado di essere mobilitata nel giro di massimo 48 ore. E non finisce qui. La Nato prepara una delle maggiori esercitazioni militari mai viste negli ultimi decenni. Senza precisare dove, Stoltenberg parla di “preparativi di una missione a sud”, da tenere “in autunno”. Si tratterà della “nostra più grande missione da anni, che coinvolgerà 25 mila uomini”. Si tratta di “misure difensive, proporzionate e in linea con i nostri impegni internazionali”, rassicura Stoltenberg. Ma queste dichiarazioni, dopo quelle del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sulla necessità di un esercito europeo, non aiutano a distendere il clima.