Bruxelles – L’eurodeputata del Partito Pirata tedesco, Julia Reda, ha redatto un dossier riguardo alla riforma del copyright, in modo da “armonizzarlo a livello europeo e rendere possibile lo scambio della cultura attraverso internet”. Secondo l’europarlamentare che a Bruxelles siede tra i banchi dei Verdi “quelle contenute nel rapporto sono proposte concrete” indispensabili a rivedere le norme sul diritto d’autore, e la cui attuazione è “imprescindibile per rendere completo il mercato unico digitale”.
Reda, nel corso della conferenza stampa tenuta a Bruxelles, ha sottolineato come “nell’Ue esista la libertà di movimento per beni, persone e servizi” e che dunque la stessa libertà “che esiste offline debba essere applicata anche online”. “Il dibattito è molto complicato”, si rende conto l’eurodeputata, che però si dice sicura che “leggi troppo rigorose in proposito sfavoriscano la produzione e la diffusione di opere artistiche”.
“Il sistema attuale tiene fuori gli artisti dal circuito di profitti che loro stessi hanno generato”, ha affermato Cory Doctorow, giornalista del New York Times presente alla conferenza, secondo cui “quando copyright e sorveglianza si incontrano significa che si sta andando verso la direzione sbagliata”. Neil Jomunsi, autore ed editore online, intervenendo a proposito del nuovo scenario che si aprirebbe se venissero attuate riforme innovative ha dichiarato che questo “permetterebbe di disseminare la nostra arte su internet”, creando, con la digitalizzazione, “un nuovo rivoluzionario modello di pubblicazione dopo quello di Gutenberg”.
“Gli emendamenti al rapporto vengono da singoli membri politici e non da gruppi compatti”, ha poi detto Reda, secondo cui “esistono divergenze di opinioni al loro interno per cui non si riescono a trovare accordi”. “Gli emendamenti sono molti e sicuramente si arriverà a una soluzione di compromesso”, ha concluso la parlamentare, ma intanto una petizione del settore editoriale chiede invece alle istituzioni europee un robusto sistema di copyright, “perché la digitalizzazione”, dice il comunicato, “non ha ridotto ma aumentato la necessità di proteggere i diritti d’autore”. Il dibattito, dunque, sembra ancora molto aperto.