Bruxelles – Basta con il “rigetto” del pesce di scarto, i pescatori dell’Unione europea non potranno più buttare in mare le specie che non possono vendere al mercato. Il Parlamento europeo ha approvato la norma, già concordata informalmente con il Consiglio Ue, con 573 voti favorevoli, 96 contrari e 21 astensioni. I pescatori avranno due anni di tempo per “adattarsi” alle nuove regole.
Per “rigetti” si intendono i pesci buttati in mare, di solito perché sono di una specie non commerciale o di dimensioni indesiderate e proibite. La maggior parte dei pesci rigettati a mare muoiono, e questo oltre all’evidente spreco provoca un danno economico ed ambientale. I pescatori tendono a gettare a mare le specie ritenute “inutili” per fare spazio sulle imbarcazione per altro pescato di valore, ma così facendo aumentano la percentuale di pesce di cui il mare viene privato, incidendo negativamente sulla sostenibilità della pratica.
Il senso del divieto dell’Ue è promuovere un modello di pesca più sostenibile che difenda la biodiversità delle specie e riduca lo spreco. La cosa però avrà un impatto sui guadagni dei pescatori e per mitigare le perdite economiche si è deciso che il pesce di rigetto verrà riutilizzato per produrre altri prodotti come il cibo per animali, limitando così l’impatto sull’economia.