Strasburgo – Si doveva parlare di immigrazione, ma in Aula a Strasburgo scoppia la bagarre tra i vari gruppi e l’Ukip, il partito britannico euroscettico di Nigel Farage. Tutto ha inizio quando il presidente del gruppo Ppe, Manfred Weber, inizia il suo intervento sull’immigrazione commentando l’esito delle recenti elezioni britanniche. “Voglio dare il benvenuto al grande perdente, il mio collega Nigel Farage”, le parole di Weber. Dai banchi dell’Efdd, dove siede l’Ukip, si levano le proteste degli interessati, che fanno notare a Weber come ci sono “quattro milioni di cittadini che hanno detto ‘no’ a questa Europa”. Weber replica. “Signor Farage, lei dovrebbe ringraziare questa Europa che critica tanto, e ringraziare che ha un sistema elettorale diverso da quello del suo Paese, altrimenti oggi sarebbe senza lavoro”. Quindi l’affondo: “Aveva promesso che in caso di sconfitta elettorale si sarebbe dimesso, invece eccola lì. Ed ecco perchè lei oggi non è più credibile”. Farage ride, e attende il suo turno.
A parlare, subito dopo il presidente del gruppo Ppe, è quello del gruppo Alde. Guy Verhofstadt usa l’ironia per criticare il leader dell’Ukip. “Signor Weber, lei ignora come vanno le cose da certe parti. Nigel Farage ha inviato una lettera di dimissioni a Farage, e Farage ha risposto: ‘non mi dimetto’. E’ così che funziona da quelle parti”. Farage sorride, sa che il suo turno sta per arrivare. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, dà finalmente la parola al gruppo Efdd, e Farage risponde a tono. “Desidero esprimere un sentito ringraziamento per quanti mi hanno accolto così calorosamente in questo Parlamento”, premette caustico. “Ho percepito del nervosismo, forse per via del referendum che nel Regno Unito chiederà se continuare a far parte o no dell’Ue, un referendum che non ci sarebbe mai stato senza l’Ukip”. Alla fine Martin Schulz si spazientisce. “Non si stupirà che ci siano domande per lei, signor Farage”, irrompe il presidente del Parlamento. “Abbiamo introdotto il meccanismo della carta blu (la possibilità per i parlamenteri di fare domande a chi ha la parola, ndr) per movimentare il dibattito, ma noto che se ne sta abusando per questioni elettorali britanniche”. Tanto che Antonio Tajani, quando sostituisce Schulz alla guida dei lavori dell’Aula, decide di non concedere più carte blu a nessuno.