Londra. Autobus. Uno di quei fantastici bus a due piani dai quali si può vedere bene il panorama. Nella fila di sedili accanto a me, in alto, una coppia di giovani italiani sui 25 anni. Lei non la noto, ma lui sì, è alto e per di più ha in testa uno di quei berretti da rapper, un’evoluzione della “stupida” da militare, molto alta e bombata sul davanti. Una sorta di bombetta con visiera e laccetto dietro. Molto colorata ed evidente.
Il giovanotto guarda fuori dal suo finestrino ed a un certo momento, mostrando lo stupore di chi fa una nuova scoperta, comunica alla ragazza accanto a lui una verità che gli salta all’occhio “oh, guarda, queste case hanno tutti numeri pari!”. Dopo aver affermato la sua tesi, da bravo scienziato la dimostra e le indica “vedi? Sedici, diciotto, venti, ventidue”. A pochi giorni dalla scomparsa del premio Nobel per la matematica John Nash è bello scoprire che su un qualsiasi autobus di Londra puoi trovare un giovane che ha tali capacità, che sa riconoscere i numeri pari dai dispari. Vista la sua età può ancora concorrere per la Medaglia Fields (il premio per i matematici sotto ai quarant’anni), e questo ci rende ovviamente ottimisti sul futuro.
Londra è una città complicata, affascinante e drammatica, ricca di singolarità, e per sua fortuna il giovane ha l’occasione di andare avanti con le sue scoperte. La ragazza che lo accompagnava, probabilmente, visto chi è lui, una dottoranda in urbanistica in qualche prestigiosa università britannica, gli fa notare, con molta dolcezza, che “guarda che è come nella strada di casa tua…”. Ma lui, pronto, mostrando una capacità di memoria non banale, le risponde soddisfatto: “No, non è uguale: io sto al ventitre!”.
Poi subito dopo arriva la fermata alla quale devono scendere, che lei individua un attimo prima di lui, ma che anche lui, con l’acume che ha appena dimostrato non poteva essere diversamente, riconosce. Si alzano e scendono. Ma nello sguardo del ragazzo era ancora possibile notare il tormento della riflessione profonda, dell’analisi sulla verità appena rivelata e che, probabilmente, stava lavorando a sistematizzare. Probabilmente, scendendo dal bus, avrà poi scoperto altre cose fantastiche, come, per esempio (ma qui azzardo) che “i semafori da questa parte dell’incrocio sono tutti verdi e dall’altra tutti rossi!”.
Mi si dice che questa mia rubrica si chiama “L’Editoriale”, e che non dovrei raccontare fatti di vita, per quanto singolari, e invece offrire riflessioni. Non mi piace generalizzare, ma una cosa la si può dire. Questo caso è estremo, evidentemente, ma la lezione che ne si può trarre è quella di quanto è importante sapersi guardare attorno, a cominciare dall’altro lato della strada, poi del quartiere, dopo della città, della Regione e poi del proprio Paese. Si possono fare delle belle scoperte, anche oltre la disposizione dei numeri civici.