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Home » Economia » Fondi europei, l’Italia ha sei mesi per spendere 12,3 miliardi

Fondi europei, l’Italia ha sei mesi per spendere 12,3 miliardi

La spesa certificata al 31 maggio 2015 raggiunge il 73,6% dei fondi relativi alla programmazione 2007-2013, 3 punti in meno rispetto al target nazionale. Nelle regioni a obiettivo Convergenza i maggiori ritardi

Domenico Giovinazzo</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@giopicheco" target="_blank">@giopicheco</a> di Domenico Giovinazzo @giopicheco
3 Luglio 2015
in Economia

Roma – Sarà una corsa contro il tempo quella che le regioni e gli enti gestori dei programmi operativi nazionali dovranno fare per riuscire a spendere 12,3 miliardi di euro entro il 31 dicembre 2015. A tanto ammontano i fondi strutturali europei – comprensivi della quota di cofinanziamento nazionale – la cui spesa dovrà essere certificata entro fine anno, pena il disimpegno automatico delle risorse. Secondo l’aggiornamento pubblicato sul sito opencoesione.gov.it, al 31 maggio scorso è del 73,6% la percentuale di aiuti spesi rispetto al totale, e ammonta ad appena 1,3 miliardi di euro l’avanzamento registrato nei primi cinque mesi dell’anno, un ritmo che non fa ben sperare in vista della scadenza di dicembre.

La Sicilia è la detentrice dei maggiori fondi ancora da utilizzare, con poco più di 2,2 miliardi di euro. A seguire ci sono la Campania (2 miliardi), la Puglia (1 miliardo) e la Calabria (973 milioni). La lentezza di queste regioni nell’assorbire gli aiuti comunitari diventa più grave se si considera che tutte e quattro rientrano nell’obiettivo Convergenza, dunque sono in maggior ritardo di sviluppo.

Il valore assoluto delle risorse ancora da certificare può risultare però fuorviante per comprendere la capacità di spesa, dal momento che l’entità degli stanziamenti varia molto da regione a regione. Anche considerando i valori percentuali, tuttavia, la situazione cambia di poco. Sicilia e Campania rimangono infatti le regioni più in dietro. La prima è riuscita a certificare una spesa pari al 60,8% dei fondi a disposizione, la seconda è arrivata al 62,6%. La Calabria scala una posizione, attestandosi al terzo posto con il 63,8%. A cambiare sensibilmente è la valutazione della Puglia, che pur avendo ancora un miliardo da utilizzare entro fine anno, ha già sfruttato l’81,6% delle risorse assegnate.

A essere in ritardo sono anche i Programmi operativi nazionali (Pon). Anzi, è tra questi che si registra il record negativo: spetta al Pon Reti e mobilità, con appena il 49,8% di certificazione sul totale delle risorse attribuite. Il Pon Azioni di sistema fa un po’ meglio, raggiungendo il 55,4% di fondi già spesi.

La realtà più virtuosa è la Provincia autonoma di Trento, dove gli aiuti comunitari già impiegati arrivano al 94% del totale allocato. Bene anche la Toscana, con l’86,5% di risorse certificate, e la Valle d’Aosta (86,3%). Mentre tra i programmi nazionali i più efficienti risultano il Pon Competenze per lo sviluppo, che registra l’88,4% di spesa certificata, e il Pon Governance (83,8%).

Tags: calabriacampaniafondi europeifondi strutturalifondi uePugliaSiciliaspesa certificata

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