Bruxelles – La Commissione europea vede l’egualeanza di genere come una delle questioni essenziali per l’Ue, ma com’è in realtà, oggi, è la rappresenta delle donne tra le istituzioni europee? Vediamo le cifre, e i livelli, della distribuzione di genere nella Commissione e nel Parlamento europeo.
Il primo approccio sembra positivo, con una percentuale totale di donne alla Commissione che sorpassa la metà, il 54,5%. Però non basta guardare solo ai numeri perché la distribuizione dei membri è anche piu importante. Guardando al #teamJunckerEU, i commissari europei guidati da Jean-Claude Juncker, ci sono solo 9 su 28 membri donne, appena oltre il 30%, una percentuale abbastanza bassa. Siccome socialisti, liberali e verdi del Parlamento europeo avevano minacciato di votare contro una commissione con meno di 9 donne, al pari, almeno, della compagine precedente, il nuovo team di Juncker non ha fatto un passo in avanti. L’italiana Federica Mogherini ha la posizione di Alta rappresentante dell’Unione, la seconda più importante posizione della Commissione, ed è una delle 3 vice-presidenti donne su 7. Tuttavia c’è stato un progresso negli ultimi anni. Dei 450 alti dirigenti della Commissione quelli di sesso femminile sono aumentati dal 4% nel 1995 al 22% nel 2010 per arrivare al 27,5% di oggi, e tra i 1.200 del funzionari di medio livello la quota femminile è aumentata dal 25% nel 2010 al 32,4% oggi. La domanda che resta è: è sufficiente? Il piano è di raggiungere almeno 40% di donne entro la fine del 2019, la stessa percentuale recentemente racomandata dalla stessa Commissione per i Consigli di amministrazione delle aziende.
In Parlamento, secondo quanto riporta un’analisi sul sito della London School of Economics, meno della meta (37%) dei 751 Eurodeputati sono donne nonostante costituiscano oltre la metà della popolazione europea. Negli otto gruppi politici solo tre hanno donne in posizioni di guida. Inoltre, la maggior parte dei questori, presidenti di commissione parlamentari e vicepresidenti sono uomini.
Come mostra la tabella qui sotto, l’unico gruppo politico ad arrivare a una pari distribuzione dei suoi 52 membri è quello della “sinistra unita/nordici verdi” (GUE-NGL). Il peggior equilibrio con solo il 21,5% di donne parlamentari è nel gruppo dei “Conservatori e Riformisti europei” (ECR). Al 40%, ci sono i “Verdi e partiti regionali” (Greens/EFA) e i liberali (ALDE), delle loro rispettivi 52 e 67 seggi parlamentari. Seguendo è l’ Alleanza di socialisti e democratici (S&D) ha il 45% donne tra i suoi 191 deputati. Dai 221 seggi del gruppo politico più grande, il Partito popolare europeo (PPE) il 30,3% è di sesso femminile. Nella squadra di Nigel Farage (EFDD) le donne sono al 37,5%. Nel neonato gruppo euroscettico Europa delle nazioni e della libertà (ENF), le donne sono al 35%.
Oltre al presidente del consiglio europeo Donald Tusk, anche quello della Commissione e del Parlamento sono maschi. Occupazione piena se si considerano poi anche la Bce, Il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale
Il rapporto di genere si sta migliorando con gli anni ma ancora, dice una ricerca pubblicata da Euractiv, il 46% delle donne europee sentono che i loro interessi non sono ben rappresentati dall’Unione europea. Qualcuno dice che questo succede grazie al fatto che la politica è dominata da uomini che non sanno vedere le competenze delle donne e che, tra loro, tendono a spartirsi il potere. Un po’ come se volessero ridurre la base della competizione.
In Europa il 70% delle donne e il 60% di uomini credono che ci debba essere equa rappresentazione nel Parlamento (almeno 40%), con 61% di cittadini europei che credono che l’Ue debba affrontare la questione d’ineguaglianza di genere.
È chiaro che c’è un problema radicato nell’Unione Europea. Se le istituzioni vogliono veramente essere all’altezza della democrazia che promuovono dovranno legittimarsi anche nel rispecchiare la composizione della società più precisamente.