Bruxelles – Lo scandalo dei test sulle emissioni truccati negli Stati uniti dalla Vokswagen è stato al centro di un dibattito con la commissaria all’Industria, Elżbieta Bieńkowska, in Aula a Strasburgo. Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di agire subito e di approvare in fretta la legislazione che rende obbligatori i nuovi test su strada. “Comportamenti criminali da qualsiasi compagnia, non importa quanto sia grande, non possono essere tollerati perché erodono la fiducia pubblica, minano la qualità dei prodotti europei e causano anche significativi danni alla salute. L’inquinamento causa circa 400mila morti premature ogni anno”, ha affermato nel suo intervento la vicepresidente del gruppo S&D Kathleen Van Brempt. “Sono anni che chiediamo l’introduzione dei test Real Driving Emissions (RDE) e crediamo che debbano entrare in vigore dall’inizio del 2017”, ha aggiunto sempre per il gruppo Matthias Groote .
“La Commissione si è dimostrata tanto inflessibile nell’imporre politiche di austerità alla Grecia quanto inefficace nel controllo di colossi privati, che si tratti di banche o industrie automobilistiche”, hanno attaccato Eleonora Forenza e Curzio Maltese, eurodeputati dell’Altra Europa con Tsipras. I due europarlamentari sono tra i promotori dell’interrogazione parlamentare sottoposta alla Commissione in cui si chiede di aumentare l’efficacia dei controlli e di proteggere i diritti e la fiducia dei consumatori dell’Unione. Secondo Maltese, intervenuto nel dibattito a Strasburgo, “è ingenuo pensare che Volkswagen si sia presa il rischio di violare i regolamenti su vasta scala senza avere il sostegno complice di autorità istituzionali a livello nazionale ed europeo”. Per questo i due eurodeputati della Gue hanno espresso perplessità sull’effettiva volontà della Commissione di intraprendere misure efficaci: “Delegano il ruolo di controllori a coloro che dovrebbero controllare, fidandosi spesso di un sistema di autocertificazioni che si rivela puntualmente ingannevole”.
I liberali Alde dal canto loro hanno chiesto una inchiesta per verificare se la Commissione avrebbe potuto intervenire prima sapendo da tempo che ci sono discrepanze tra i test e le vere emissioni. “Gli organismi di ricerca della Commissione avevano scoperto le gravi lacuna tra i risultati nei test e le emissione nel mondo reale nel 2011, perché non ha agito subito con indagini e procedure di infrazione?”, si è chiesto Jan Gerbrandy.
Per Françoise Grossetête del Ppe “il caso VW deve servire come allarme circa i rischi che si prendono a imporre obiettivi irrealizzabili senza mettere in atto le necessarie misure di controllo”. “Le ambizioni – ha aggiunto – vanno bene, ma bisogna prima e soprattutto avere un approccio pragmatico”.