Bruxelles – Via libera definitivo all’Italia e altri 18 Paesi Ue per l’esclusione dal proprio territorio della coltivazione degli Ogm autorizzati o in via di approvazione da parte delle istituzioni europee. Oggi era la scadenza finale fissata da Bruxelles per le aziende biotech per reagire con un ricorso al bando deciso dagli Stati membri, ma “tutte le domande di esclusione dai 19 Stati membri coinvolti in questa decisione sono state accettate dalle aziende”, ha spiegato Enrico Brivio, portavoce per la Salute della Commissione europea. La Commissione europea ha dato ai Paesi la libertà di decidere un divieto sul proprio territorio nazionale anche per coltivazioni autorizzate a livello centrale a Bruxelles.
Assieme al nostro Paese, le altre nazioni Ue che non hanno incontrato resistenza da parte delle aziende biotech interessate sono Austria, Belgio (per la regione Vallonia), Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (solo per 4 Ogm : Monsanto MON810, Pioneer TC1507, e Syngenta GA21 e Bt11), Francia, Grecia, Gran Bretagna (Galles, Scozia e Irlanda del Nord), Germania (ad eccezione degli usi per la ricerca), Lettonia, Lituania, Lussemburgo (per gli stessi 4 Ogm della Danimarca ), Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Ungheria.
Esulta Greenpeace che con il direttore delle politiche alimentari, Franziska Achterberg, afferma: “Negli ultimi 20 anni la tecnologia Ogm è stata presa in considerazione da pochi Paesi ed è stata applicata a poche colture. Non c’è da meravigliarsi se due terzi dell’Europa ha deciso di escluderla. Dove ci sono le coltivazioni Ogm hanno solo portato a un incremento nell’utilizzo di pesticidi e all’insediamento di sistemi agricoli industriali, che a loro volta aggravano la fame, la malnutrizione e il cambiamento climatico”. Circa l’85% delle coltivazioni Ogm provengono da Stati Uniti, Brasile, Argentina e Canada, rappresentando il 3% dei terreni agricoli a livello globale.