Bruxelles – Le persone che hanno compiuto gli attentati di Parigi “sono le stesse da cui stanno scappando i rifugiati”. È il monito lanciato ieri da Jean-Claude Juncker dal G20 ad Antalya, in Turchia. “Sento da più parti che la causa di quello che è successo in Francia sarebbe colpa del fatto che l’Europa è un continente con frontiere aperte e che fa prova di troppa generosità quando si tratta di affrontare le crisi dei rifugiati”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea precisando che “questa non è la mia analisi”, alzi la sua “è completamente l’opposto”. Per Juncker “quelli che hanno organizzato gli attentati di Parigi sono esattamente le persone da cui scappano i rifugiati”, e di conseguenza “non bisogna rivedere le politiche europee” in materia.
L’attacco a Parigi, e l’uccisione di 129 persone “non è solo un attacco contro la Francia. Non è solo un attacco contro i parigini. È un attacco contro i valori universali che sono i nostri”, ha affermato Juncker. Il presidente ha sottolineato che nel mondo c’è il livello di sfollati più alto mai registrato: “Basti pensare che uno in ogni 122 individui è ora o un rifugiato, uno sfollato o un richiedente asilo”. Se si trattasse di un Paese “sarebbe il 24esimo più grande del mondo”, e questo significa che “è un problema globale e questo problema globale ci invita a dare una risposta globale e comune”. Per questo secondo Juncker “dobbiamo affrontare le radici della crisi dei rifugiati”, e in questo senso, conclude, “siamo infelici del fatto che i finanziamenti provenienti da Paesi di tutto il mondo per le organizzazioni internazionali si occupano dei rifugiati si trova ad affrontare una enorme caduta in un momento così drammatico”, con ad esempio, il Programma Alimentare Mondiale che è “più del 63% sottofinanziato per il 2015”.