Bruxelles – L’Emilia Romagna punta a dimezzare il suo livello di disoccupazione, già basso rispetto alla media italiana. E per farlo intende continuare a favorire gli investimenti delle grandi imprese e delle multinazionali sul proprio territorio. “Abbiamo toccato il 9% di disoccupazione e stiamo scendendo, vogliamo mantenere questo trend e dimezzare la disoccupazione. Per farlo abbiamo firmato un Patto per l’occupazione che prevede 15 miliardi di investimenti da qui al 2020”, ha spiegato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al convegno “Il coraggio e l’opportunità di investire in Italia, raccontati in Europa: l’esperienza dell’Emilia Romagna”, organizzato dalla Rappresentanza della Regione ed Eunews a Bruxelles. Per farlo bisogna riuscire ad attrarre altri investimenti, “puntiamo a 25 milioni di euro nel prossimo triennio”, e anche a sfruttare tutte le opportunità che arrivano dall’Europa, come ad esempio quelle fornite dai fondi comunitari, “finora abbiamo speso fino all’ultimo centesimo e vogliamo garantire continuità con il passato”, investendo soprattutto in ricerca in quanto “ricerca e innovazione sono fondamentali per stare sul mercato”, ha spiegato Bonaccini che ha anche sottolineato che l’Emilia Romagna “ha avuto un volume di esportazioni di 53 miliardi di euro nel 2014 e nel 2015 dovremmo avere un aumento e arrivare a 55 miliardi”. Il governatore ha posto l’accento sul fatto che offrendo qualità e unendo tradizione ed esportazione, si possono creare opportunità lavorative “anche se il costo del lavoro è più alto che in altre zone del mondo”, come la Cina ad esempio.
Alla tavola rotonda hanno partecipato due aziende che hanno deciso di puntare sull’Emilia Romagna, la Ducati, marchio storico della regione, e la Philip Morris. Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati, ha parlato dell’importanza di collaborare tra aziende private e istituzioni pubbliche per creare opportunità nei territori. “Oltre agli investimenti classici”, ha spiegato, “abbiamo avviato un corso di laurea in ingegneria del motoveicolo all’università di Bologna, con nostri dipendenti che fanno formazione e offrono ai giovani l’opportunità di un corso molto particolare, che può essere arricchito da visite ai nostri stabilimenti”. Non solo “la nostra azienda ha anche un museo che è il quarto più visitato della città, in questo modo il nostro lavoro può contribuire anche al turismo”.
Eugenio Sidoli, presidente e ad di Philip Morris Italia, che in Emilia Romagna ha un impianto per produrre filtri, e sta per terminare nei pressi di Bologna un nuovo stabilimento per la produzione mondiale di un nuovo prodotto del tabacco ritenuto basso impatto, nel quale il tabacco si scalda ma non brucIa, ha parlato delle ragioni che hanno portato la multinazionale a puntare su una regione italiana piuttosto che dirigersi in mercati con un costo del lavoro molto più basso. “Qui il capitale umano e le infrastrutture sono molto sviluppate, il lavoro costa di più ma questo non è un problema per chi lavora su nuove frontiere, su ricerca e sviluppo, a prodotti con un valore aggiunto potenziale”, ha affermato, e per questo la multinazionale ha creato qui “l’impianto più sofisticato che abbiamo al mondo, che è un fiore all’occhiello non solo per noi ma per la città”.
L’ambasciatore italiano presso l’ Ue, Stefano Sannino, a cui sono state affidate le conclusioni del dibattito, ha sostenuto la necessità dell’Europa di focalizzarsi sempre di più sulla politica industriale. “Al momento Bruxelles si concentra soprattutto su una politica regolatoria, che si affida poi alla presunta capacità del Mercato di creare ricchezza da solo”, ha detto e anche se, ha precisato, grazie al Piano Juncker si sta iniziando a lavorare anche sugli investimenti.