L’Unione europea può e deve fare di più per affrontare il problema della povertà energetica, ovvero la mancanza di accesso a forme adeguate e affidabili di energia a prezzi sostenibili per soddisfare i bisogni primari, un problema che nell’Unione europea affligge oltre 50 milioni di persone. Nel corso della conferenza “la povertà energetica: quale ruolo dell’Ue?” tenutasi mercoledì a Bruxelles, il vice presidente della Commissione europea Maroš Šefčovič – che è responsabile dell’Unione energetica – ha ammesso che sebbene l’Ue abbia “ambiziosi progetti politici per la transizione energetica e le rinnovabili, non ha ancora una definizione chiara del fenomeno né un modo univoco per misurarlo”. Inoltre, ha rilevato il commissario, vi è un’obiettiva difficoltà da parte dell’Ue nel “trovare una soluzione che vada bene per 28 stati” a un problema complesso che affonda le sue radici nell’aumento della povertà tra i cittadini e nell’inefficiente uso dell’energia.
Eppure la faccenda è seria. “Povertà energetica” ha spiegato Šefčovič, significa “che i pensionati devono dormire in cucina perché è il posto più caldo della casa o che i bambini non possono studiare a casa loro il pomeriggio”. E non si parla solo dei paesi più ricchi. “In Germania, dove ci sono incentivi per l’energia – ha aggiunto il commissario – abbiamo avuto nel 2015 ben 350.000 abitazioni disconnesse dall’elettricità, perché gli abitanti non potevano pagare la bolletta”. Per quanto riguarda possibili soluzioni, ha rilevato il commissario, “Un primo passo per intervenire è quello di raccogliere dati e definire il fenomeno” e, subito dopo “bisognerà passare a un’azione concreta”, a cominciare dall’individuare cosa “nel testo sul Mercato dell’elettricità e delle direttive sull’Efficienza energetica e Performance energetica degli edifici” ha un “impatto negativo sui consumatori di energia”.
Inoltre, ha aggiunto Šefčovič, sarà necessario rendere più semplice per i consumatori “la comprensione delle bollette e la commutazione, garantire un mercato interno dell’energia competitivo e ben funzionante, migliorare l’efficienza delle case residenziali attraverso veicoli finanziari e assicurarsi che gli Stati membri rispettino il loro obbligo di proteggere i consumatori vulnerabili”. Per quanto riguarda un’altra possibile area di intervento della Commissione, ovvero i finanziamenti, a parere del commissario “si potrà far ricordo al Fondo strutturale europeo per gli investimenti, al Juncker Fund, all’European Fund for Strategic Investment e allo Smart finance per smart buildings” per “rendere gli investimenti nell’efficienza energetica degli edifici molto più semplici e accessibili a progetti di piccola scala”. Infine, ha concluso il Vice presidente, sarà necessaria un’efficiente “comunicazione nei confronti dei cittadini” e una stretta collaborazione tra “Commissione, Parlamento, Stati e Regioni” ma anche “think tank e Ong” oltre che, naturalmente, “aziende e istituti di credito”.
Critico nei confronti dell’Ue si è dimostrato l’europarlamentare ungherese dei Verdi Benedek Jávor, che ha dichiarato che per ovviare alla povertà energetica sarà molto importante diminuire i costi dell’energia e che “le soluzioni proposte finora dall’Ue per l’efficienza energetica non sono sufficientemente ambiziose”. Infatti, ha spiegato Jávor, gli stati dispongono di “poche misure per rinnovabili e efficienza energetica” e, in generale, “utilizzano sistemi molto tradizionali” per ridurre i costi, come ad esempio “tenere i prezzi artificialmente bassi”. Anche molti “sussidi per il rinnovamento delle abitazioni” ha rilevato l’eurodeputato, “finiscono per essere utilizzati solo dai più ricchi, dimodoché la situazione dei più indigenti rimane invariata” . “Non vedo – ha dichiarato Jávor – una grande capacità della Commissione di considerare la questione”. Invece, spiega l’europarlamentare dei Verdi, per far fronte a efficienza e povertà energetica “dobbiamo ricominciare a pensare ad un approccio di forte collegamento tra policy, finanziamento, e programmi sociali e a un uso più creativo dei fondi europei” e, soprattutto, sarà necessario “trovare soluzioni a breve termine” perché bisogna “risolvere il prima possibile i problemi di chi è al freddo”.