Bruxelles – Il travel retail aeroportuale (cioè i servizi commerciali) è un settore in crescita, che contribuisce allo sviluppo dei trasporti europei e quindi l’Unione europea deve sostenerlo. Ne è convinto Fulvio Fassone, vice presidente della confederazione europea del settore (Etrc) e presidente dell’associazione italiana della categoria (Atri), che in un dibattito a Bruxelles con la commissaria ai Trasporti, violeta Bulc, ha mostrato dati che definisce molto positivi.
Com’è stato l’andamento del travel retail in Europa nel 2015?
“Molto positivo, la crescita dei ricavi non aeronautici all’interno degli aeroporti è stata dell’8,5% (e ben il 44% se invece guardiamo il periodo 2008-2013), un numero molto più alto di quello raggiunto dai ricavi collegati alla parte aviation come diritti e tariffe che pagano i vettori per utilizzo infrastruttura, ben il doppio. Oggi il valore dei ricavi non aeronautici rappresenta circa il 40% circa di tutto il business aeroportuale e in questo cluster quello del retail è uno dei settori più importanti. Basti pensare che a livello mondiale rappresenta il 12% di tutte le revenue, e in Europa addirittura il 16%. Tra i settori non aeronautici è quello che sta crescendo di più”.
E L’Italia è in linea con questo trend?
“Sì, e il nostro Paese è uno di quelli in cui si sta crescendo di più. Questo per una serie di ragioni, in primis il fatto che con altre nazioni come ad esempio Spagna o Grecia è stato tra i più colpiti dalla crisi e ora è in una fase di recupero. Questo business è fortemente correlato alla crescita del turismo e l’Italia è da sempre una delle destinazioni favorite. La nostra crescita è più che proporzionale rispetto a quella di altri Paesi”.
E a livello di occupazione qual è il contributo del settore?
“Solo il retail vale una fetta rilevante del totale con 107mila occupati che, se sommati a quelli delle attività di food and beverage, arrivano a circa 240mila. Un numero elevato anche rispetto ad altri settori: solo le attività commerciali garantiscono il doppio dell’occupazione di tutto il personale della sicurezza e uguale al settore dell’handling, l’assistenza a terra. Un contributo importante, che è stato riconosciuto anche dalla commissaria Bulc”.
L’intervento della Bulc al dibattito si è focalizzato sui contributi che il travel retail può dare al settore dei trasporti in generale. Lei quale crede che sia?
“Questo business nei numeri e nella prospettiva di crescita dimostra di essere fondamentale per l’economia degli aeroporti europei che a loro volta sono parte importantissima dell’economia dell’Ue. Per questo alla Commissione chiediamo attenzione”.
Cosa può fare l’Europa per il settore, quali sono i campi in cui chiedete degli interventi?
“Ci sono diverse tematiche che possono avere un impatto importante. Innanzitutto il trasporto del bagaglio a mano che è stato oggetto di scontri soprattutto con i vettori low cost. È un tema non soggetto a regolamentazione e abbiamo chiesto sia inserito tra i diritti dei passeggeri, quello di avere oltre al bagaglio a mano delle buste con gli acquisti. C’è poi un tema che riguarda i liquidi, una questione molto complicata ma per noi superare in qualche modo il divieto di portare liquidi com’è nella forma attuale sarebbe importante. Poi ad esempio c’è la questione delle informazioni sui prodotti food, delle etichettature, nella quale bisogna capire che le caratteristiche di comunicazione richieste non possono essere le stesse di un mercato locale. I nostri passeggeri in Italia ad esempio non sono certo solo italiani e questo comporta un aggravio per noi, per questo chiediamo una semplificazione delle regole”.
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