Roma – “Non siamo l’unico Paese a chiedere un cambiamento per dimostrare che l’Europa è in grado di rispondere alle attuali crisi in modo efficace e di riformarsi per gestire le sfide del futuro”. L’ambasciatore britannico a Roma, Cristopher Prentice, lo afferma in un incontro con la commissione Politiche Ue della Camera, alla vigilia del Consiglio Europeo in cui si discuterà l’accordo per tentare di evitare il rischio dell’uscita di Londra dall’Unione europea.
Il diplomatico ha ribadito l’interesse del Regno unito a una riforma dell’eurozona, di cui non fa parte, ma che “è il nostro più grande partner commerciale”, ha sottolineato. “Non sono solo i cittadini britannici ad essere insoddisfatti di questa Europa”, ha aggiunto, in particolare in questo periodo di attesa per l’annuncio da parte del premier David Cameron del tanto atteso referendum sulla Brexit, dove gli elettori saranno chiamati a decidere se rimanere o meno nell’Ue.
Il periodo è certamente difficile per l’inquilino di Downing Street, che riceve moniti e avvertimenti dal Parlamento Europeo e da Donald Tusk, e sembra non riscuotere grande consenso in patria, nonostante le concessioni che l’Ue sembra intenzionata a concedere sul welfare e sulla governance economica.
Proprio in virtù del difficile periodo per il primo ministro, Prentice ha fatto leva sul sentimento di cambiamento che si respira in tutta Europa, evidenziando come “un accordo sul nostro pacchetto di riforme non sia solo nell’interesse del Regno Unito, ma anche nell’interesse dell’Italia e degli altri stati membri”, e riconoscendo“ il sostegno dato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal governo italiano al nostro processo di rinegoziazione”.
“Avere visioni differenti – ha proseguito – non vuol dire non avere valori e obbiettivi condivisi: sicurezza e prosperità, un’Europa più visibile e autorevole nel mondo, crescita più rapida, più lavoro e maggiore dinamismo economico”, ha elencato, ricordando come la collaborazione tra i due paesi sia fondamentale per le riforme e per arrivare al 60° del trattato di Roma “alla guida di un’Unione europea forte e rinvigorita”.
All’ambasciatore ha fatto eco Michele Bordo, presidente della commissione Politiche Ue di Montecitorio, ribadendo che la Gran Bretagna è un partner fondamentale per l’Italia e augurandosi che dal vertice di domani “possa emergere una soluzione soddisfacente sia per l’Europa che per il Regno Unito posto che la sua permanenza nelle istituzioni europee è interesse che accomuna entrambi”.
Bordo vede nel Regno unito un partner in grado di spingere per quel cambiamento di politica economica chiesto da Renzi. Londra, ha sottolineato infatti l’esponente dem, “può concorre a riequilibrare l’orientamento prevalente all’interno delle istituzioni europee, e soprattutto nell’ambito del Consiglio, che tende a privilegiare l’obiettivo della stabilità finanziaria e le politiche sul versante dell’offerta, trascurando la necessità di adeguate politiche a sostegno della domanda”.
Il deputato non ha comunque dimenticato di esprimere la propria preoccupazione in merito alle proposte del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, riguardo ai rischi per la libera circolazione e le prestazioni di sicurezza sociale. I suoi timori riguardano l’introduzione di “una forte discontinuità nelle politiche sino ad ora adottate nell’Ue, in base alle previsioni del Trattato e della Carta dei diritti fondamentali che pone particolare attenzione alla salvaguardia dei diritti sociali, nonché al principio della libera circolazione delle persone”.