Nei mesi scorsi si è assistito ad un intenso dibattito a Bruxelles riguardo le misure messe in campo per affrontare il problema del commercio illecito nel mercato del tabacco, in particolare sull’accordo anti- illecito, della durata di 12 anni, firmato tra la Commissione Europea, gli Stati Membri e Philip Morris International, che terminerà alla fine dell’anno in corso.
Il tema se l’accordo verrà rinnovato o meno è diventato ora il punto principale di discussione. Raffigurare questo dibattito come un tema capace di dividere attori diversi e posizionarli su posizioni antagoniste funziona sicuramente a livello mediatico, ma in realtà c’è molta più condivisione di quanto si pensi rispetto alle azioni da intraprendere per combattere il mercato illecito.
Un esempio di punto in comune è rappresentato dalla Convenzione Quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Controllo del Tabagismo (FCTC – Framework Convention on Tobacco Control), nella fattispecie il Protocollo Anti-illecito, che prevede molte delle misure presenti nel nostro accordo con l’Unione Europea e esemplifica il nostro impegno nell’affrontare il problema a livello mondiale.
Un altro punto di contatto sono gli articoli 15 e 16 della nuova Direttiva sui Prodotti del Tabacco che contiene previsioni su tracciabilità ed elementi di sicurezza.
Significativa riduzione dei sequestri
Abbiamo preoccupazioni legittime che sono state esposte pubblicamente rispetto ad alcune parti della Direttiva sui Prodotti del Tabacco, ma siamo completamente d’accordo con l’Unione Europea sul bisogno di approntare sistemi di tracciabilità e rintracciabilità. Tanto è vero che siamo andati oltre, estendendone il raggio di azione a livello globale, senza attendere l’implementazione della Direttiva o l’effettività del Protocollo.
L’accordo anti-illecito con l’UE è stato un utile veicolo per un’applicazione dei controlli della filiera su vasta scala, come la due diligence basata sul principio del know-your-customer e la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti, che hanno significativamente ridotto il flusso del contraffatto e del contrabbando di sigarette negli ultimi 12 anni. Ad ogni modo, la nostra priorità non è raggiungere l’accordo, quanto le misure che esso contiene.
I nostri sforzi condivisi hanno permesso la riduzione dell’85% nei sequestri di prodotti PMI contraffatti e di contrabbando, sono risultati in un corso di formazione sulla compliance destinato a 37000 dipendenti e 7000 agenti delle forze dell’ordine nell’Unione Europea, e hanno condotto alla perquisizione e all’ispezione e alla chiusura definitiva di almeno 87 fabbriche di prodotti illeciti. In questo periodo, le autorità UE hanno avuto libero accesso ai dati delle nostre fabbriche e dei flussi dei nostri prodotti. Coloro i quali sostengono che l’accordo sia stato fallimentare non si rendono conto del fatto che il Protocollo FCTC contiene le stesse identiche misure che sono state messe in atto nel tentativo di ridurre il livello di traffici illeciti nell’UE.
Un altro tema frequente di dibattito riguarda il modo migliore di tracciare i flussi delle sigarette convenzionali. Contrariamente a quanto talvolta riportato, noi non siamo parte del business legato alla tracciabilità. In linea con l’intesa sul contrasto all’illecito, ci siamo impegnati a rendere sicuro il flusso dei nostri prodotti e a sviluppare una tecnologia atta a ciò in un momento in cui non esisteva nessun sistema simile.
Il sistema che abbiamo sviluppato è in linea con tutti i criteri stabiliti nella Direttiva sui Prodotti del Tabacco e nel Protocollo FCTC e può essere controllato e gestito da parte delle autorità statali in totale indipendenza, perfettamente in linea con l’articolo 5.3 del Protocollo. Ad ogni modo, non ci fossilizziamo su un’unica soluzione o un unico sistema. Esattamente come ogni altra entità commerciale, ricerchiamo le soluzioni più efficaci ed efficienti in termini di costi, e il modo migliore per fare ciò è attraverso una gamma di sistemi approvati da autorità indipendenti, basati su standard chiari e che competano in un mercato libero.
Qualsiasi sistema di tracciabilità dovrebbe essere basato sulla verifica, non sulla fiducia, e dovrebbe essere controllato da un revisore indipendente nominato dalle autorità, come richiesto dalla Direttiva. Guardando oltre, c’è ampio riconoscimento che la natura e la composizione del fenomeno del commercio illecito di sigarette si siano modificate. La riduzione del flusso di sigarette contraffatte e di contrabbando è stata sostituita da un crescente aumento delle cosiddette “Illicit white”, sigarette prodotte al di fuori della Comunità Europea al solo scopo di essere contrabbandate. Questi prodotti rappresentano ad oggi oltre il 37% del mercato del tabacco illecito europeo. Sta agli Stati membri e alla Commissione Europea decidere il futuro dell’accordo contro il commercio illecito. Con o senza il suo rinnovo, la nostra priorità è rappresentata dalle misure in esso contenute. Il nostro impegno costante a combattere il commercio illecito nel mondo tramite continui sforzi e investimenti rimane intatto e più forte che mai.