Bruxelles – Gli Stati membri si troverebbero alle prese con una mole di richieste di visti difficilmente gestibile, il numero dei viaggiatori che volano verso l’Europa potrebbe diminuire di molto con evidenti danni economici, soprattutto per le compagnie aeree, le relazioni diplomatiche potrebbero essere intaccate. Sono pesanti gli effetti che una reintroduzione dei visti con Stati Uniti e Canada, potrebbe avere anche sulla stessa Unione europea. La valutazione è della stessa Commissione europea, che oggi è stata costretta ad adottare una comunicazione sul tema visto che con i due Paesi d’oltreoceano esistono problemi di non reciprocità da ormai 24 mesi. Sebbene tutti i cittadini canadesi e statunitensi possano entrare liberamente in Europa, gli Stati Uniti mantengono invece l’obbligo del visto per i cittadini di Bulgaria, Cipro, Romania e Polonia, mentre il Canada continua a imporre questo obbligo per chi viene da Repubblica Ceca, Bulgaria e Romania. Secondo le regole Ue, trascorsi 24 mesi dalla notifica di una situazione di non reciprocità, la Commissione è costretta ad esprimersi in vista di una possibile sospensione del regime dell’esenzione dei visti per una durata di 12 mesi.
Per Usa e Canada questa scadenza è stata raggiunta oggi, ma la squadra di Jean-Claude Juncker ha deciso di prendere tempo prima di misure che, come dimostra la stessa valutazione dell’esecutivo Ue, potrebbero creare problemi non da poco. Per il momento la Commissione si è limitata ad invitare il Parlamento europeo e il Consiglio ad avviare urgentemente una discussione sul tema e a prendere una posizione sul da farsi entro il 12 luglio 2016. L’esecutivo comunitario ricorda però anche che è necessario tenere in considerazione le conseguenze di una possibile sospensione per le relazioni esterne degli Stati membri dell’Ue.
“La reciprocità nei visti è un elemento fondamentale della politica comune dell’Ue sui visti”, sottolinea il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, secondo cui “giustamente i cittadini Ue si aspettano di viaggiare senza visto in ogni Paese terzi i cui cittadini possono entrare senza visto nell’area Schengen”. La piena reciprocità sui visti, assicura il commissario, “resterà alta nell’agenda delle nostre relazioni bilaterali con questi Paesi e continueremo a perseguire un risultato bilanciato ed equo”.