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Home » Politica » L’Ue facilita l’arrivo di studenti e ricercatori da Paesi terzi

L’Ue facilita l’arrivo di studenti e ricercatori da Paesi terzi

Per loro sarà più facile muoversi da uno Stato membro a l'altro, lavorare e potranno restare sei mesi dopo la fine del loro progetto di studio per cercare un'occupazione. La relatrice Wikström: "I nostri Atenei saranno più competitivi"

Jacopo Natali</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@jacopo_natali" target="_blank">@jacopo_natali</a> di Jacopo Natali @jacopo_natali
11 Maggio 2016
in Politica

Bruxelles – Per studenti, ricercatori e tirocinanti provenienti da Paesi terzi sarà più semplice venire in Europa per studiare o lavorare nelle nostre università. Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le nuove norme comunitarie che porteranno una semplificazione legale e burocratica e faciliteranno la vita dei giovani studiosi di altre parti del mondo. “Senza dubbio le università europee saranno in grado di rafforzare la loro competitività sulla scena globale e diventare più attraenti che mai per le persone ambiziose e altamente qualificate provenienti da altri Paesi, grazie al miglioramento significativo delle condizioni”, si è detta convinta la relatrice per l’Aula di Strasburgo Cecilia Wikström dei liberali Alde.

Nello specifico le disposizioni intendono garantire a studenti e ricercatori la possibilità di restare nell’Ue per altri nove mesi dalla conclusione dei vari progetti di scambio, in modo da poter cercare un lavoro o creare una propria attività. Agli studenti sarà riconosciuto il diritto a lavorare fino a 15 ore a settimana e potranno muoversi più facilmente nell’Ue durante il loro soggiorno senza dover sottostare a inutili pratiche burocratiche, come presentare una nuova domanda di visto: basterà loro semplicemente notificare lo Stato membro verso il quale intendono spostarsi rispetto a quello in cui svolgono le proprie attività. Infine, i ricercatori avranno il diritto di portare i loro familiari con sé e, a loro volta, i membri della famiglia potranno lavorare durante il soggiorno nell’Ue.

“La direttiva di oggi, dopo una lunga gestazione e grazie al lavoro del Parlamento, finalmente crea condizioni  e regole comuni”, ha esultato l’europarlamentare del Pd Silvia Costa, presidente della commissione Cultura del Parlamento Ue, “cosicché studenti, ricercatori, tirocinanti, ma anche volontari e stager di Paesi terzi, possano accedere e restare in Europa per studiare e  anche per avviare un’attività”.

Tags: normeparlamento uericercatoristranieristudenti

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