Roma – “Nelle prossime ore uscirà lo scambio di missive tra la Commissione europea e il ministro” dell’Economia Pier Carlo “Padoan, che ha fatto un lavoro straordinario, e potremo vedere riconosciuto l’elemento della flessibilità” richiesta con la Legge di stabilità 2016. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, conferma quanto trapelato finora sul carteggio tra Roma e Bruxelles (qui la lettera di Moscovici) in vista del giudizio che l’esecutivo comunitario dovrebbe esprimere domani sul nostro bilancio nazionale. Un riconoscimento “che alla fine, per l’Italia, vale diversi soldi” sottolinea il premier.
Si tratta infatti di circa 14 miliardi di euro di spesa, accordati in virtù delle clausole per le riforme, per gli investimenti e per gli oneri imprevisti affrontati per la sicurezza e per l’accoglienza dei migranti. Flessibilità che verrà concessa a condizione che il rapporto deficit/Pil rimanga entro l’1,8% nel 2017, e che il governo trovi nella prossima manovra finanziaria le risorse necessarie a disinnescare gli aumenti di Iva e accise previsti a garanzia del rispetto dei vincoli di bilancio.
Esultando per il risultato in via di conseguimento, Renzi lascia intendere però che non si fermerà, perché “questa battaglia punta a cambiare il paradigma europeo” in economia. Racconta che in Europa, “nel primo anno, appena arrivato, non” lo “considerava nessuno”. Poi però l’Italia “è riuscita a ottenere quello che ha ottenuto sulla flessibilità”, e adesso “vediamo cosa faremo sulla cultura”, aggiunge.
Si tratta di un nuovo capitolo che l’inquilino di Palazzo Chigi sta cercando di aprire da quando, all’indomani delle stragi che hanno insanguinato Parigi il 13 novembre, presentò all’Europa il suo piano per arginare il terrorismo, riassunto nello slogan “per ogni euro speso in sicurezza bisogna spenderne uno per la cultura”. L’idea parte dall’assunto che quasi tutti i terroristi che hanno agito nelle capitali europee erano “nati e cresciuti nelle periferie delle nostre città”, le quali vanno dunque recuperate per sottrarre i giovani al rischio di radicalizzazione. Se Renzi riuscirà a convincere di questo ragionamento la Commissione e i 28 partner dell’Ue lo diranno i prossimi mesi.