Bruxelles – Salah Abdeslam non ha voluto dire nulla ai giudici dell’antiterrorismo francese che l’hanno interrogato questa mattina al palazzo di giustizia di Parigi. “Lo farà più tardi”, ha detto il suo avvocato, Frank Berton. Abdeslam, 26enne marocchino naturalizzato belga, è l’unico superstite del commando di terroristi responsabile degli attacchi di Parigi dello scorso 13 novembre.
La sua testimonianza è ritenuta preziosa dagli investigatori, ma tarda ad arrivare. Quello di oggi (20 maggio) è stato il primo interrogatorio a cui il terrorista veniva sottoposto dalle autorità parigine da quando, lo scorso 27 aprile, è stato estradato in Francia dal Belgio. Abdeslam era stato trasferito questa mattina molto presto dalla prigione di Fleury-Merogis, dove è detenuto, al palazzo di giustizia della capitale francese. Ingenti le misure di sicurezza per sorvegliarlo: convogli di polizia militare e reparti speciali hanno vigilato sul trasferimento mentre in cielo li seguiva un elicottero.
Con questo interrogatorio, le autorità francesi speravano che il terrorista potesse fornire dettagli importanti sulle dinamiche degli attacchi parigini che causarono 130 morti, e sulla presenza di altri complici non ancora identificati e forse in fuga. Ma Abdeslam si è rifiutato di parlare. Eppure il suo avvocato, qualche giorno fa, aveva assicurato che il suo cliente voleva “dare delle spiegazioni” agli inquirenti. Era stato da subito più titubante Jean Reinhart, un avvocato che rappresenta alcune delle vittime degli attacchi di Parigi e le loro famiglie, che aveva espresso dubbi sulla “grande sincerità” del terrorista.
Per mesi, dopo le stragi di Parigi, Salah Abdeslam era stato il ricercato numero uno in Francia. La sua fuga durò fino al 18 marzo, quando fu catturato a Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek, dove era cresciuto e dove si era radicalizzato. Salah aveva poi chiesto l’estradizione in Francia, lo scorso 27 aprile. Dai due interrogatori che condotti in una prima fase dalle autorità belghe a Bruxelles, non erano emersi particolari rilevanti. Se non quello che Abdeslam aveva avuto un ruolo di second’ordine nelle stragi e che molto probabilmente era stato solo una pedina nelle mani di Abdelhamid Abaaoud, la mente delle stragi di Parigi morto durante l’assalto al covo jihadista di St. Denis delle forze speciali francesi.