Bruxelles – La questione “è istituzionale”, e la sua definizione potrebbe essere disastrosa per il lavoro di molti Uffici dell’Unione, a partire da quelli che indagano sulle frodi. Per questo la parola spetta ora alla Corte di giustizia europea, che deciderà, come organo dell’Unione, sulle procedure e i poteri all’interno delle istituzioni.
Il direttore generale dell’Ufficio antifrode europeo, Govanni Kessler, ha deciso, con il supporto pieno del su staff, di ricorrere alla magistratura dell’Unione contro la decisione del collegio della Commissione europea di levargli l’immunità a seguito di una richiesta della magistratura belga. La questione è nata durante un’indagine di qualche anno fa che ha coinvolto l’allora commissario europeo alla salute, il maltese John Dalli, costretto poi alle dimissioni dall’allora presidente José-Manuel Barroso. Dalli fu accusato di aver avuto relazioni illegittime con alcuni produttori di tabacco durante la elaborazione della nuova direttiva in materia. Il procedimento penale è ancora in corso a Malta. Secondo i magistrati belgi Kessler e il suo ufficio durante il lavoro di inchiesta in un episodio avrebbero violato una normativa belga sulla raccolta di testimonianze.
“La decisione della Commissione – ha spiegato oggi Kessler comunicando alla stampa il suo ricorso alla Corte – riguarda un atto investigativo, poi usato come prova nel rapporto finale di indagine. Non era mai successo prima. Non si tratta di un’accusa di frode o di altro reato che prevede un vantaggio personale”. Secondo Kessler “questa è stata una decisione sbagliata da parte della Commissione, anche perché se confermata rischia di diventare un precedente che può limitare la nostra capacità investigativa, così come molte altre attività delle istituzioni europee”. Il ricorso, comunque, non ha fermato l’esecutività dell’atto della Commissione, e dunque la magistratura belga sta procedendo nelle sue indagini nei confronti di Kessler. All”inquirente che ha indagato su un politico poi finito sotto processo è in sostanza stata tolta la protezione grazie alla quale ha potuto condurre quelle, e tutte le altre, indagini.
Il problema in questo campo, come spiega il direttore generale dell’Olaf è che in questa particolare fattispecie, come in molte altre in realtà, “la legislazione è diversa tra Stato europeo e Stato europeo, e se noi nel nostro lavoro di inchiesta antifrode dovessimo adeguarci a tutte queste legislazioni saremmo evidentemente impediti nelle indagini, per questo obbediamo solo alle norme dell’Unione”. Il reato contestato a Kessler esiste solo in pochissimi paesi dell’Ue e non esiste, ad esempio a Malta, paese dell’ex commissario Dalli.
A questo punto la via scelta è stata quella istituzionale, con il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione, che prenderà, ci si aspetta, moltissimo tempo.