Bruxelles – L’Unione europea prolunga di altri sei mesi le sanzioni alla Russia. La decisione a livello tecnico era stata presa il 21 giugno scorso ma l’Italia, sostenuta dalla Francia, aveva voluto rallentare la procedura chiedendo che l’approvazione a livello politico venisse spostata a dopo il vertice dei capi di Stato e di governo straordinario del 28 e 29 giugno. Proprio ieri Vladimir Putin aveva esteso l’embrago dei prodotti Ue che era stato deciso in risposta alle sanzioni, scatenando le proteste degli agricoltori italiani che chiedono a Bruxelles di porre fine alle misure contro Mosca.
Introdotte inizialmente per un anno il 31 luglio 2014, in risposta alle ingerenze della Russia in Ucraina, le sanzioni europee sono state poi rafforzate nel settembre 2014. Riguardano il settore finanziario, dell’energia, della difesa e dei beni a duplice uso. Il 19 marzo 2015 il Consiglio europeo ha convenuto di far dipendere la durata delle sanzioni dalla piena attuazione degli accordi di Minsk, che doveva avvenire entro il 31 dicembre 2015. Dal momento che a tale data gli accordi non erano stati pienamente attuati, il Consiglio ha prorogato le sanzioni fino al 31 luglio 2016 e ora di altri sei mesi fino al 31 gennaio 2017.
In particolare, le sanzioni e limitano l’accesso ai mercati dei capitali comunitari da parte di cinque grandi enti finanziari russi di proprietà dello Stato, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e di tre operanti in quello della difesa, impongono un divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi, stabiliscono un divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia e limitano l’accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.
Oltre a queste sanzioni economiche, sono in vigore misure restrittive individuali mirate, ossia il divieto di visto e il congelamento dei beni, nei confronti di 146 persone e 37 entità fino al 15 settembre 2016 e misure restrittive in risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, limitate al territorio della Crimea e a Sebastopoli, attualmente in vigore fino al 23 giugno 2017