Bruxelles – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ripete in un’intervista concessa a Rai News 24 le accuse all’Unione europea di non aver mostrato vicinanza al regime turco dopo il tentativo di colpo di stato del 15 luglio scorso. “C’è stato un golpe contro la democrazia che ha fatto 238 martiri e nessuno è venuto qui. Se venisse bombardato il Parlamento italiano che cosa succederebbe?”, ha detto Erdogan, che poi ha tentato di cambiare le carte in tavola chiedendo se “l’Occidente è da parte della democrazia o del golpe? Io penso, dopo alcune dichiarazioni, che sia dalla parte di golpe”. IL presidente si riferiva in particolare alle recenti dichiarazioni dell’Alta rappresentate per la politica estera dell’Unione Federica Mogherini che in questi giorni si è più volte espressa contro le purghe adottate dal governo turco dopo il golpe.
“La signora Mogherini non avrebbe dovuto parlare da fuori, sarebbe dovuta venire in Turchia. Quando a Parigi c’è un evento del genere – ha detto Erdogan – tutti si riversano lì, si chiedono cosa sia successo, chi sia stato. In Turchia è in corso un golpe contro la democrazia, che ha fatto 238 martiri, e finora purtroppo non è venuto nessuno in visita, né dell’Unione europea né del Consiglio europeo…”.
“Erdogan fa finta di non capire”, dichiara il capodelegazione del Pd al Parlamento Europeo, Patrizia Toia, reagendo all’intervista. “Nessuno può mettere in dubbio la tempestiva condanna del golpe in Turchia da parte di Federica Mogherini”, continua l’eurodeputata Pd. “Quello che Erdogan non capisce o non vuole capire è che gli arresti di giornalisti e oppositori, le persecuzioni e la chiusura degli spazi democratici non possono essere la risposta al golpe. Di questo l’Europa ne chiederà conto al presidente turco”.
Erdogan mischia poi vicende personali alle relazioni internazionali, entrando nella politica nazionale quando attacca direttamente l’Italia: “La vicenda dell’indagine su mio figlio a Bologna – dice l’uomo forte di Ankara – potrebbe mettere in difficoltà le nostre relazioni con l’Italia, che dovrebbe occuparsi piuttosto della mafia”.
Il presidente turco continua poi ad attaccare Fethullah Gulen, il religioso esule negli Stati Uniti che lui definisce organizzatore del tentato colpo di stato. “Non è ancora definitivamente chiaro quanto sia ramificata questa struttura – ha detto – che somiglia alla vostra loggia P2, un’entità criminale che si autodefinisce religiosa. Questa settimana o la prossima verrà in visita il presidente del Consiglio d’Europa, e gli spiegherò che l’organizzazione di Gulen è peggiore della mafia”.
Infine anche Erdogan tenta di forzate l’accordo con l’Unione europea sui migranti, e sembra pretendere la liberalizzazione dei visti anche se Ankara non avrà rispettato tutte le condizioni sulle quali ci si era accordati. La minaccia è quella di non controllare più i circa tre milioni di migranti presenti in Turchia.