Bruxelles – E’ legale pubblicare link ad altri siti internet che a loro volta hanno messo online contenuti coperti da copyright senza averne l’autorizzazione, ma solo quando lo si fa senza fini di lucro. Lo ha stabilito una sentenza della Corte Ue sul caso che vede contrapposti GS Media, gestore del sito GeenStijl, e l’editore della rivista Playboy.
GeenStijl è uno dei dieci siti di attualità più visitati dei Paesi Bassi e nel 2011 ha pubblicato un articolo e un link che rimandava i lettori verso un sito australiano dove erano messe a disposizione fotografie della presentatrice olandese Britt Dekker. Tali foto, però, erano state pubblicate sul sito australiano senza il consenso della Sanoma, l’editore della rivista mensile Playboy che ne detiene i diritti d’autore. Ne è nata una diatriba legale che è arrivata fino alla Corte di cassazione dei Paesi Bassi, che a sua volta ha interrogato sull’argomento la Corte di giustizia Ue.
Una direttiva dell’Unione stabilisce che “ogni atto di comunicazione di un’opera al pubblico deve essere autorizzato dal titolare del diritto d’autore”. Tuttavia, i giudici del Lussemburgo hanno riconosciuto che “può risultare difficile, in particolare per i privati” che intendono pubblicare dei link sui loro siti “verificare se si tratti di opere protette e, se del caso, se i titolari dei diritti d’autore di tali opere abbiano autorizzato la loro pubblicazione su Internet”. Per questo, “qualora il collocamento di un link verso un’opera liberamente disponibile su un altro sito Internet sia effettuato da una persona senza fini di lucro, occorre tener conto della circostanza che tale persona non sia a conoscenza, e non possa ragionevolmente esserlo, del fatto che detta opera fosse stata pubblicata su Internet senza l’autorizzazione del titolare dei diritti d’autore”. Dall’altro lato, se invece una persona colloca tale link su un proprio sito a fini di lucro, “è legittimo aspettarsi che l’autore di tale collocamento realizzi le verifiche necessarie per garantire che l’opera di cui trattasi non sia illegittimamente pubblicata”.