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Home » Politica Estera » Brexit: Pressioni sul governo di Londra perché salvi il progetto Erasmus

Brexit: Pressioni sul governo di Londra perché salvi il progetto Erasmus

Il Ministro per la Brexit David Davis si rifiuta però di garantire la partecipazione del Regno Unito dopo l'effettivo abbandono dell'Ue

Martina Di Marco</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Marty_BXL" target="_blank">@Marty_BXL</a> di Martina Di Marco @Marty_BXL
13 Settembre 2016
in Politica Estera

Bruxelles – Il Ministro per la Brexit David Davis è sotto pressione dai difensori del progetto Erasmus, dal quale potrebbero in futuro, dopo la separazione dall’Ue, essere esclusi gli studenti britannici. Lui però non sembra interessato a difenderlo.

Il programma Erasmus, che l’Ue finanzia da 30 anni, permette ai giovani di studiare gratuitamente per un periodo massimo di 12 mesi nelle università dei 33 stati partecipanti (secondo l’accordo, le università rinunciano alla riscossione delle tasse d’iscrizione e l’Ue fornisce una somma volta a coprire le spese di viaggio e mantenimento).

Il direttore del progetto Erasmus per il Regno Unito, Ruth Sinclair-Jones, riporta il quotidiano The Guardian, afferma: “Qui vogliamo davvero dare priorità all’Erasmus Plus perché è importante – ha un impatto diretto sugli studenti e sull’economia. I partecipanti oltre a essere più maturi e sicuri di sé, trovano un impiego più facilmente e più velocemente dei colleghi che hanno scelto di non fare quest’esperienza” (la disoccupazione fra chi ha aderito all’Erasmus, infatti, dopo 5 anni e rispetto ai non partecipanti è più bassa del 23%).

Soltanto lo scorso anno accademico dal Regno Unito sono partiti 15.500 studenti e altri 7.000 stanno ancora studiando all’estero. Tra gli ex-studenti Erasmus vi è anche il Ministro per l’Università e la Scienza Jo Johnson, il quale, proponendosi di sostenere l’impegno a mantenere attivo il progetto, dichiara: “Da studente, in Belgio e in Francia ho potuto perfezionare le mie abilità linguistiche e sperimentare com’è la vita in un altro paese. Vorrei che tutti avessero questa opportunità.”

Il governo britannico ha già approvato un finanziamento di 130 milioni di sterline (circa 154 milioni di euro) per gli studenti che decideranno di studiare all’estero, somma che verrà incrementata del 10% dopo la fine del ciclo di finanziamenti Ue nel 2020.

Il deputato conservatore Neil Carmichael, Presidente del Comitato parlamentare per l’educazione, ha dichiarato che mantenere i legami e le opportunità con le istituzioni europee sarebbe di grande importanza per una Gran Bretagna post-Brexit.

Alla domanda rivoltagli al riguardo dalla deputata laburista Diana Johnson a luglio, Davis si è però rifiutato di garantire la partecipazione del Regno Unito al progetto Erasmus dopo l’effettiva uscita dello stato dall’Ue.

Tags: brexiterasmusunione europea.università

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