Roma – Attivare dieci miliardi di euro di investimenti privati in più per il prossimo anno, incrementare di altri 11,3 miliardi le risorse investite in ricerca e innovazione tra il 2017 e il 2020, far aumentare di 2,6 miliardi gli investimenti privati in capitale di rischio. Sono i principali obiettivi indicati dal ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel presentare il piano nazionale per la digitalizzazione industriale, ovvero per trasformare il sistema produttivo italiano nell’industria 4.0.
Quella andata in scena al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, oggi a Milano, è la prima tappa di un tour in cui il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato di voler “fere da spalla” a Calenda per presentare in diverse realtà locali “questo progetto strategico” che “deve essere concreto” e per il quale “bisogna mettersi subito al lavoro”.
Per la realizzazione del piano, il governo prevede incentivi per 13 miliardi di euro. Cifra che però, ha precisato Calenda, non ricadrà tutta sulla legge di bilancio 2017. Ci saranno detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a un miliardo in start up e pmi innovative. “Terremo il superammortamento” del 140% introdotto nella scorsa manovra finanziaria, ha aggiunto il ministro. Si tratta di uno strumento che “ha funzionato bene”, e dunque “lo accompagneremo con un iperammortamento al 250% per i beni legati a Industria 4.0”.
“Non sarà un piano simile a quello che hanno fatto i tedeschi”, avverte il titolare dello Sviluppo economico. “Il nostro sistema industriale è completamente diverso” e per questo, ha proseguito, nel nostro piano potranno trovare spazio anche le Pmi, attraverso dei meccanismi particolari”. Non ci saranno più “bandi a pioggia su ricerca e sviluppo, ma riorienteremo quegli strumenti che invece hanno funzionato bene”. Agli iperammortamenti si affiancherà il credito di imposta per investimenti in ricerca e “altri strumenti in grado di attaccare il problema di accesso al capitale”. Tutto il piano, ha rimarcato Calenda, è stato costruito “sulla base di incentivi fiscali orizzontali, che l’azienda può attivare nel suo bilancio, senza dover fare domande e farsele approvare”.
La gestione del piano nazionale e le eventuali correzioni in corsa saranno affidate a una “cabina di regia a livello governativo che si è riunita oggi e coinvolge tutti gli attori pubblici e privati”. L’organismo funzionerà “come un’assemblea degli azionisti che si riunisce una volta ogni 6 mesi o una volta l’anno e analizza in modo abbastanza spietato cosa non funziona e cosa deve essere cambiato”.