Bruxelles – Paese che vai, usanza che trovi: se volete che l’operatore ecologico raccolga i pannolini sporchi dei vostri figli, dovete dimostrare che il bambino ha meno di tre anni, certificato di nascita alla mano, naturalmente. Altrimenti ve li terrete in casa per tre settimane.
Sono queste le nuove regole entrate in vigore ad Anglesey, un comune nel nord del Galles, dove esiste un servizio pubblico grazie al quale i pannolini sporchi vengono raccolti a domicilio ogni due settimane. Secondo quanto riporta un articolo del noto quotidiano inglese The Guardian, ora, per accedere al servizio, oltre all’indirizzo bisognerà fornire anche il certificato di nascita della creatura: se il bambino ha già compiuto tre anni, i pannolini andranno gettati nella spazzatura ordinaria, la cui raccolta avviene ogni tre settimane. Le nuove disposizioni sono state ideate dal team per la gestione degli sprechi del consiglio di Anglesey, con l’obiettivo di diminuire gli sprechi, rispettare gli obiettivi di riciclaggio del governo gallese ed evitarne quindi le sanzioni: il gruppo degli addetti ai lavori sostiene, infatti, di avere “le prove che fra i due e i tre anni [i bambini] sono abituati al vasino”. Ma la storia puzza e ai genitori questo ultimatum proprio non piace. Secondo molte famiglie, infatti, le nuove regole non terrebbero conto delle differenze nello sviluppo dei bambini, né delle problematiche legate ai portatori di disabilità, che potrebbero necessitare di pannolini anche dopo una certa età.
Lo fa presente Ian Cheney, padre di una bambina di 5 anni con la sindrome di Down, che definisce la legge “assurda”, “irrealistica” e “frustrante per le famiglie”: “Al momento, con la raccolta ogni due settimane, è difficile, ma di solito ce la facciamo. Ma non abbiamo speranze di resistere tre settimane”, asserisce.
Un altro padre, Steph Roberts, commenta il limite d’età: “Ho un figlio di tre anni che sta imparando a usare il vasino solo ora e so che non sono l’unico in questa situazione”.
Il consiglio, in risposta alle proteste, ha organizzato degli incontri informativi presso il centro ricreativo e una biblioteca locali. Un portavoce ha infine informato che “questo servizio sarà offerto solo presso le abitazioni dei bambini e non riguarderà alcun asilo nido, asilo o servizio a cui i bambini possano avere accesso”.
Ma la rabbia fra i genitori di Anglesey dilaga e il consiglio viene già accusato di discriminazione.