Roma, Bruxelles – Non c’è stato un incontro bilaterale tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il capo della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e “non ci sarà” neppure oggi, aveva dichiarato al termine dalla prima giornata del Vertice europeo lo stesso inquilino di Palazzo Chigi. Dunque, di legge di bilancio, argomento di acceso confronto in queste ore tra Roma e Bruxelles, “non ne abbiamo parlato”, rivela Renzi questa mattina parlando sulle frequenze della radio Rtl 102,5. Dalla Commissione “potranno scrivere, come si fa sempre, una lettera per chiedere maggiori spiegazioni”, spiega, ma “la manovra c’è” e “non si cambia”.
“io sono qui a Bruxelles non per dire ‘sì’ a tutto quello che ci viene proposto, ma per difendere l’interesse nazionale, i soldi che i cittadini italiani versano ogni anno all’Unione -rivendica-. Sono 20 miliardi l’anno, dei quali ne abbiamo indietro solo 12. E difendere l’interessa nazionale non è in contraddizione con il difendere l’interesse europeo”
“Spetta alla Commissione – dice poi il premier a Bruxelles – dire se c’è qualcosa che non va, perché l’Italia non chiede la flessibilità”, ma chiede l’applicazione delle norme “previste sin dal 1997 per le circostanze eccezionali per terremoto e immigrazione”. A chi gli chiede se l’Italia rischia una procedura di infrazione Ue sulla legge di bilancio risponde che è “un’analisi suggestiva”e passa al contrattacco: “Credo che il bilancio della Germania abbia molti problemi, a cominciare da un surplus commerciale che non rispetta le regole europee e spero che i nostri amici possano provvedere al riequilibrio”.
Il premier continua a mantenere la posizione. “Se l’Ue avrà considerazioni da fare ascolteremo e discuteremo”, ribadisce, ma il punto è che “vogliamo dare un segnale ai cittadini, non alle tecnocrazie di Bruxelles”. Di conseguenza, i margini per eventuali ritocchi sono molto stretti, lascia intuire il capo dell’esecutivo, sottolineando che, nonostante le perplessità emerse da ambienti brussellesi, “questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi 10 anni ed il secondo da quindici”, e ciò dimostra che “gli sforzi li stiamo facendo” pur mantenendo un livello di spesa elevato per sostenere l’ancora timida ripresa dell’economia nazionale. “Il nostro grande obiettivo è la crescita, rispettando le regole”, insiste, ricordando nel contempo che “non è possibile non riconoscere le ragioni di chi ha avuto tre terremoti in sette anni”.
Renzi torna poi sulla questione migranti, affrontata ieri dai leader europei raggiugendo un accordo sul quale il premier conferma la moderata soddisfazione. I contenuti del documento finale “vanno bene”, indica, “ma il problema dell’Ue non sono mai le parole, sono i fatti, perché a parole sono tutti bravini”. In ogni caso, “c’è qualche passo in avanti”, registra. In particolare, “il punto che mi sembra finalmente buono è che tutti hanno capito che se vogliamo risolvere a monte il problema”, evitando che i migranti bussino in massa alle porte dell’Europa, “occorre un diverso rapporto con l’Africa”. Su questo, spiega Renzi, “c’è una disponibilità della Commissione europea a lavorare di più”, e la cancelliera tedesca “Angela Merkel ha fatto un viaggio impegnativo in Africa”, sono segnali che finalmente qualcosa si muove.