Strasburgo – La Commissione deve rivedere la legislazione europea contro la corruzione e la criminalità per dare agli gli Stati membri maggiori strumenti nella lotta contro le organizzazioni criminali. Lo chiede il Parlamento di Strasburgo che ha approvato con 545 voti favorevoli, 91 voti contrarli e 61 astensioni, una relazione non legislativa in cui si chiedono, tra le altre cose, norme a livello Ue per la confisca dei beni delle organizzazioni criminali, il loro riutilizzo a fini sociali e per la protezione dei whistleblower.
“Da oggi è più vicina l’introduzione nella legislazione europea del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso”, ha esultato Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5 Stelle e relatrice del provvedimento per l’Aula. Il testo al paragrafo 18 lettera b riprende la fattispecie di reato “ma non c’è un vero e proprio riferimento terminologico alla mafia”, spiega Ferrara, questo perché non tutti i deputati, almeno quelli non italiani, erano a favore di questa tipizzazione del reato su cui l’Italia insiste da tempo. “La questione è stata oggetto di diverse discussioni, molto incentrate sulla terminologia”, ma alla fine quello per Ferrara è che al di là delle parole “a noi interessa colpire la determinata tipologia di condotta, la forza di intimidazione legata all’appartenere a una determinata organizzazione, e questo c’è”. In ogni caso nel dialogo, ha aggiunto Ferrara “c’era chi è più scettico e chi più convinto, ma non c’è stata preclusione a priori”.
“Sull’associazione di stampo mafioso si è discusso in modo acceso nel nostro gruppo”, ha raccontato il popolare portoghese Nuno Melo, correlatore del testo, in quanto “in molti Paesi questa definizione non c’è, ma nel mio ad esempio sì”. “Quello che vogliamo però tutti – ha continuato – è raggiungere un insieme di norme più o meno comuni tali da fare in modo che un particolare comportamento o condotta possa essere sanzionato in tutta Europa”.
La relazione del Parlamento invita la Commissione a stabilire norme vincolanti per vietare a soggetti che siano stati condannati o abbiano preso parte ad attività della criminalità organizzata o abbiano commesso altri reati gravi di candidarsi a elezioni o a lavorare nella pubblica amministrazione, incluse le istituzioni dell’Ue. “Oggi il Parlamento europeo ha fatto proprio uno dei principi più importanti del Movimento 5 Stelle: chi è stato condannato in via definitiva non può candidarsi a cariche elettive e non può avere incarichi di nessun tipo nella pubblica amministrazione”, ha rivendicato Ferrara.
Nel testo si chiede poi di stilare “una lista nera di tutte le imprese che abbiano comprovati legami con la criminalità organizzata o siano coinvolte in pratiche corruttive” al fine di “escluderle da ogni rapporto economico con la pubblica amministrazione e dal godimento dei fondi Ue”. Inoltre, dovrebbe essere creata un’unità specializzata di Europol per il contrasto dei gruppi criminali organizzati “che operano contemporaneamente in diversi settori” nonché regole comuni, entro la fine del 2017, per proteggere gli informatori.
Infine i deputati spingono per l’utilizzo di un metodo comune per confiscare i beni delle organizzazioni criminali e invitano Bruxelles a rafforzare le misure comunitarie per la “promozione della gestione di beni congelati e beni confiscati e il loro reimpiego per fini sociali, nonché come indennizzo per le famiglie delle vittime e le imprese colpite da usura ed estorsioni”.